Parte 2 di 2

Alberto Floris racconta lo Yacht Club Cagliari, una risorsa per la vela e per la città

Dottor Floris, ci può raccontare come è nato lo Yacht Club?
Il Club è nato nel 1964 da un gruppo di amici appassionati di mare e di vela. Non c’era niente: non c’era il porto, non c’erano i pontili, solo un mucchio di alghe. La Lega Navale e lo Yacht Club hanno iniziato avventurosamente a spianare e a costruire gli scivoli in cemento e un pontile. Poi, grazie all’amore per il mare dell’onorevole Campus, costruimmo il porticciolo. Oggi abbiamo 450-500 soci, e non c’è una professione tipo, tutti gli ambiti sono rappresentati. Devo sfatare il discorso secondo cui la vela è uno sport elitario: nell’ambito delle derive non ci sono costi proibitivi, è uno sport aperto a tutti. Certo non è economico come la corsa, ma non è eccessivamente dispendioso.

Qual è il contributo che lo Yacht Club ha dato, nel corso degli anni, alla conoscenza della vela?
All’inizio è stato utile per dare uno sfogo a tutti quelli che avevano questa passione. In seguito ha avuto il merito di mettere in piedi una scuola vela di estrema importanza: siamo il quarto o il quinto circolo in Italia per numero di cadetti e allievi. Tantissimi bambini, iniziando con gli Optimist, si avvicinano al mare e si impratichiscono. E non è solo un discorso di quantità ma anche di qualità: nel 2003 e nel 2004 abbiamo vinto il campionato italiano a squadre con i bambini dell’Optimist. E’ la prima barca sulla quale si portano i ragazzini, il primo mattone nella conoscenza della vela, e coinvolge anche i genitori, intere famiglie. Perciò ha la sponsorizzazione forte di grandi case automobilistiche: per l’Optimist storicamente è la Mercedes.

Per una città di mare come Cagliari è quasi un imperativo avere una scuola vela organizzata ai più alti livelli che ci sono oggi in Italia…
Certamente: un altro aspetto particolare è che stiamo organizzando ogni anno una regata di grande importanza come i campionati italiani di derive o addirittura i campionati mondiali, come è successo nel 2001 con il mondiale Mumm e nel 2002 con il mondiale 470. Poi abbiamo organizzato nel 2003 il campionato europeo Tornado, nel 2004 il campionato mondiale Europa e nel 2005 il campionato italiano Laser.

Eventi che danno un’immagine positiva non solo del Club, ma della città nel suo complesso…
Questi campionati portano in città migliaia di presenze documentate, perché normalmente per eventi di questo tipo ci sono 600-700 persone che si trattengono da un minimo di 10 a un massimo di 15 giorni. Quindi, oltre ad esserci un grande impatto per la città dal punto di vista economico, perché alloggiano negli alberghi e consumano nei ristoranti, c’è anche un risvolto di immagine: il nome della città di Cagliari viene apprezzato dagli stranieri, che si trovano bene e ne parlano (e per certe regate arrivano da 30-40 nazioni di tutto il mondo). Per avere un riscontro basta parlare con i proprietari dei bar, dei ristoranti della Marina o degli alberghi. Sono eventi che portano ricchezza alla città. Cagliari è sempre più conosciuta e si sta affermando con forza come polo di regate.

Chi si intende di vela considera il golfo di Cagliari il campo di regata più bello, più interessante e tecnicamente più valido che ci sia nel Mediterraneo.
E’ così. La vela sta facendo conoscere la città, e sta facendo entrare nella cognizione dei cagliaritani che è un posto meraviglioso e apprezzato da tutti. E questa scommessa della vela può aiutare a vincere anche la scommessa del turismo e della riqualificazione del porto di Cagliari. Lo Yacht Club sta aiutando la diffusione e la conoscenza di questa bellezza che è il porto e il mare di Cagliari. E’ un aiuto importante.