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Teatro del Segno. "Baroni in laguna"

1 luglio 2010, 07:44
A Cagliari il libro-inchiesta di Giuseppe Fiori “Baroni in laguna” al centro dell'omonimo reading con Stefano Ledda e Andrea Congia

Si ispira al libro-inchiesta di Giuseppe Fiori “Baroni in laguna” l'omonimo spettacolo che il Teatro del Segno, in collaborazione con l'associazione Figli d'arte Medas, mette in scena domani, giovedì 1° luglio, alle 21 nel Teatro del Segno, in via Giardini 51 a Cagliari.

Il reading, adattamento e regia sono di Stefano Ledda, vedrà sul palco Andrea Congia (chitarra classica) insieme allo stesso Stefano Ledda (voce).
La storia. Il medioevo nello stagno di Cabras se n'è andato in archivio solo nel 1960. Lo hanno cancellato la storia e la rivolta dei pescatori. Erano molte le notti sbagliate per i pescatori di frodo, e per le guardie non era difficile scovarli e sistemarli, a calci e pugni, per cominciare, e poi la denuncia ai carabinieri. Tragedie nelle notti con il biancore di luna. E anche quando il vento aguzza la pioggia ad aghi gelati, omicidi, arresti, carcere, miseria nera. Poi la ribellione.
Ingresso con tessera. Prenotazioni al numero 070.680229 o 392.9779211.


Note di Regia
Capita spesso che testi di grande potenza evocativa, come credo sia questo di Giuseppe Fiori, volino attraverso il tempo e si sovrappongano alla realtà che ci circonda, alla stretta attualità alla quale assistiamo increduli. Una realtà, che al di là di un’apparente perbenismo, legittima, addirittura ammirandola, la ricerca del potere, o che più spesso, assecondando il nostro egoismo, ricerca, non tanto il riconoscimento dei diritti dovuti a ciascuno come individuo, ma la conquista del privilegio personale, inteso come prevaricazione, come scaltra trasgressione alle regole umane, sociali ed al senso stesso dei patti che uniscono una società.
Fiori parla di una valanga che alla fine degli anni ’60 inizia a rotolare. Si riuscirà a fermarla si chiede. Oggi in un 2010 di sfrenata divaricazione sociale sembra quasi che quella valanga, che per lungo tempo ha smesso di rotolare, oscilli alle provocazioni di un disequilibrio disperante. Una valanga che ha in se l’embrione di un moto lentissimo, impercettibile, ma inesorabile.
Per questo ho ripreso, con questo reading, il percorso iniziato sette anni fa verso la messa in scena teatrale del testo di Giuseppe Fiori sulla rivolta dei pescatori di Cabras.
Perché quella vicenda sospesa tra il presente e il passato, che esplose dal bisogno di conquistare futuro, tra le acque di uno stagno, tra le case basse di ladiri di Cabras, e le sale dei palazzi di Oristano, ancora oggi dopo sessant’anni, proietta il suo simbolo assoluto sul nostro presente, sulla nostra difficoltà, come quella di allora, stante così le cose, di pensare il futuro.
Chi è Giuseppe Fiori...Giuseppe Fiori nacque a Silanus nel 1923. Laureatosi in Giurisprudenza, intraprese la carriera giornalistica lavorando dapprima all'Unione Sarda e poi passando alla sede Rai di Cagliari. Direttore di "Paese Sera" fu anche senatore della Sinistra Indipendente per ben tre legislature. Uomo colto e profondo indagatore della società che lo circondava, autore di numerosi libri, tra i quali occorre citare il romanzo Sonetàula. Ma è soprattutto con le biografie politiche che Fiori coglie gli aspetti più caratterizzanti dei suoi "personaggi", tra questi, Gramsci, Lussu, Berlinguer. Muore a Roma nel 2003. (fonte: www.filologiasarda.eu).

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