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È notte. Un gruppo di emigranti proveniente da varie regioni d’Italia si ritrova su una riva disabitata dove una piccola imbarcazione malconcia li aspetta per varcare clandestinamente l’oceano alla volta dell’America. Vengono caricati sulla barca da uno “scafista” senza scrupoli che esige dai viaggiatori il pagamento di metà della somma pattuita per la lunga traversata. L’altra metà, all’arrivo, dodici giorni dopo, quando approderanno, sempre di notte, per sfuggire alla guardia costiera, su una riva dell’America vicino a New York.
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Leonardo Sciascia, Il lungo viaggio
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Ma c’è un problema: una della viaggiatrici, Gesummina, ha perso il fratello Caterino che doveva imbarcarsi con lei. Non può partire senza di lui. Ma il padrone della barca non è disposto ad aspettare. Gesummina, di malavoglia, paga la sua quota e sale sulla barca, senza smettere di fissare la riva nella speranza che spunti il fratello.
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Raffaele Viviani, Scalo marittimo
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Il viaggio può iniziare. Lo scafista dà il via ai motori. Con la partenza della barca prende il via anche la musica che accompagnerà la navigazione. Ma ecco che Gesummina vede apparire sulla costa ormai lontana il fratello Caterino. Non ostante la sua preghiera lo scafista si rifiuta di tornare indietro a prenderlo. Allora, esortato dalla sorella, Caterino si tuffa per raggiungere a nuoto la barca.
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“Coro a bocca chiusa” da Madama Butterfly di Puccini, seguito da“Io lasso a casa mia”,da Scalo marittimo di Raffaele Viviani
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Gesummina, con l’aiuto delle altre donne, cerca di ripescare Caterino. Ma il mare è ricco di note, di storie, di canti. E fa emergere dai suoi flutti sonori ciò che vuole. Invece del fratello Caterino, le donne pescano un vecchietto, tale Icilio Saporini (personaggio pirandelliano), un maestro di musica che in America era stato per sessant’anni a insegnare le canzoni italiane. Aveva dovuto espatriare nel 1849, in seguito ai moti rivoluzionari che avevano portato alla breve esperienza della Repubblica Romana, per aver composto un inno patriottico che, per la verità, non fu mai eseguito. E sempre, in America, aveva rimpianto la sua amatissima musica italiana (Paisiello, Pergolesi, Rossini, Bellini, Verdi). E sull’onda di queste sue reminiscenze musicali, ecco svolgersi il secondo “pescaggio”.
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Luigi Pirandello, Musica vecchia |
Giuseppe Verdi, Stiffelio (Sinfonia) |
Si tratta di Manon Lescaut e Des Grieux, i quali approdano sulla barca, tra gli strabiliati viaggiatori, a rivivere il loro viaggio alla volta della Nouvelle Orléans, lei condannata alla deportazione in America, lui destinato a seguirla per una passione che non ha requie.
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Antoine-François Prevost, Manon Lescaut
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“Rosetta”, da Manon Lescaut di Puccini
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Anche i viaggiatori hanno le loro storie da raccontare, storie di separazioni, di ricongiungimenti, di amore per corrispondenza. Tra queste la storia della vecchia Penelope che si è messa per mare alla ricerca del marito partito vent’anni prima e perdutosi in un avventuroso viaggio della speranza verso le piantagioni di caffé del Sudamerica. O quella di quattro musicanti raminghi rapiti da bambini e avviati all’accattonaggio in Inghilterra.
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Emilio Franzina, Merica! Merica!, John E. Zucchi, I piccoli schiavi dell’arpa Cagliardo Coraggioso (pseudonimo di Eugenio D’Agostino), Wandering Minstrel |
Ballata di Mazzalà di Zapparoli-Borciani |
È la volta di un poeta, Emanuel Carnevali, scrittore di prima grandezza, scappato da ragazzo da un padre tirannico e una madre malata di mente alla volta dell’America, dove visse facendo la fame e sopravvivendo tra una serie impressionante di impieghi come cameriere e sguattero nei ristoranti di New York. Carnevali porta dal mare-orchestra i primi ritmi di un’America che sembra sempre più avvicinarsi. Quei ritmi percussivi sincopati paiono provenire dalla sala macchine dell’imbarcazione: sono la musica dei motori, e i viaggiatori, guidati da Carnevali, decidono di calarvisi.
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Emanuel Carnevali, Primo Dio
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“Rap del collocamento” di Zapparoli e Borciani |
La discesa nella sala macchine è un viaggio tutto immaginario e virtuale nei ritmi di una New York che va dai luccicanti teatri di Broadway alle miserie di Mulberry Street, la strada degli italiani, ai locali di Harlem da cui esplode, in tutto i suo fragore, il jazz.
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Sing sing sing di Benny Goodman |
Ed è un altro personaggio storico, Farfariello, alias Eduardo Migliaccio, artista napoletano di varietà, famoso per le sue macchiette italoamericane, a condurre i viaggiatori dalla strada degli italiani ai luridi ma vivissimi locali del ghetto ebraico, coll’irruzione della canzone Klezmer.
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Eduardo Migliaccio, ‘O spuorto ‘e Mulberry stritto e alri scritti
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Palesteena J. Russel Robinson & Con Conrad
Egyptian Ella di Walter Doyle |
“Io lasso a casa mia, lasso ‘o paese”, la canzone di Viviani, che aveva sancito l’inizio del viaggio, torna ad avvolgere i viaggiatori facendoli cadere nel sonno, di nuovo sulla barca tra le loro povere cose. Ed ecco che l’America appare all’orizzonte come un miraggio finalmente a portata di mano. La barca approda su una riva deserta, di notte. Ai viaggiatori non resta che saldare il loro conto e scendere dalla barca.
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“Io lasso a casa mia”, da Scalo marittimo di Raffaele Viviani
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Ma una volta messo il piede a terra, finita ormai ogni musica, ormai lontani i canti del mare, dovranno imbattersi nella più amara delle sorprese…
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Leonardo Sciascia, Il lungo viaggio
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