Eventi

Il chitarrista Marco Cappelli in concerto martedì 16 novembre a Cagliari

15 novembre 2010, 16:27
Festival Spaziomusica chiesa di Santa Maria del Monte ore 21.

XXIX Festival Spaziomusica
"Pulsazioni"
Cagliari, 24 ottobre > 25 novembre 2010

La chitarra protagonista assoluta del concerto in programma domani sera (martedì 16) a Cagliari per il ventinovesimo Festival Spaziomusica: nella chiesa di Santa Maria del Monte (in via Corte d'Appello), a partire dalle ore 21 (e con ingresso libero), è di scena Marco Cappelli, uno dei più interessanti e originali interpreti dello strumento a corde nel campo dell'avanguardia musicale. Classe 1965, con una solida formazione accademica alle spalle e un’intensa frequentazione della scena internazionale della musica di ricerca, il chitarrista napoletano è impegnato da tempo in un originale percorso artistico che lo vede passare con disinvoltura dalla musica scritta più rigorosa all’improvvisazione. Un percorso “trasversale” dove confluiscono le diverse esperienze con cui si è confrontato (collaborando con musicisti come Anthony Coleman, Michel Godard, Butch Morris, Mauro Pagani, Jim Pugliese, Enrico Rava, Marc Ribot, Adam Rudolph, Elliott Sharp, Giovanni Sollima, Markus Stockhausen, Cristina Zavalloni) e che sfocia in programmi capaci di gettare un ponte fra il repertorio contemporaneo di estrazione colta e la sperimentazione più radicale.

A Cagliari Marco Cappelli si presenta con un programma che ruota intorno al suo “Extreme Guitar Project”: un collaudatissimo progetto solistico inaugurato sette anni fa (e poi consegnato alle tracce dell'omonimo cd, nel 2006), basato sui brani appositamente scritti per lui da dieci, diversi protagonisti della scena "downtown" di New York, la città dove vive per la maggior parte del tempo. In scaletta, dunque, pezzi di Marc Ribot (“And so I went to Pittsburgh ), Ikue Mori (“Bird Chant”), Elliott Sharp (“Amygdala”), Anthony Coleman (“The Buzzing in My Head”), Otomo Yoshihide (“Pi - Anode”), David Shea, nomi di spicco di quel movimento d'avanguardia in cui convivono artisti provenienti da ambiti differenti, dalla musica colta come dal jazz e dalla sperimentazione rock, ma legati dalla comune cifra di un linguaggio musicale che non conosce compartimentazioni in categorie e generi. Oltre ai brani tratti dall'“Extreme Guitar Project”, completano il programma del concerto tre studi da “The book of heads” composti nel 1978 da un altro grande esponente della "downtown scene", John Zorn, e un classico del minimalismo: “Electric Counterpoint”, scritto nel 1987 da Steve Reich per Pat Metheny.

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