* Lucio Garau (1959): Canoni (1992, rev. 2010) 23’
flauto dolce contralto, tenore e basso e live video
'Canoni' è un pezzo virtuosistico la cui chiave di volta, la caratteristica più interessante è per me in una sorta di moltiplicazione dell'uomo, una nuova visione dell'antico concetto di “canone”.
Io considero “Canoni” un pezzo solistico, un impegnativo “a solo”. All'ascolto dal vivo il suono è totalmente “nuovo” ed è possibile scorgere un procedimento innotativo per la storia della musica: un interprete impegnato in un “canone esatto” con se stesso esplora un testo con un altro testo.
Inoltre questo pezzo è una trascrizione-variazione di tre brani della musica tradizionale della mia terra: la Sardegna. Il primo è un pezzo per launeddas; il secondo un canto femminile; il terzo un coro maschile “a tenore”.
Lucio Garau
* Marcel Wierckx (1970): Black Noise White Silence (2006) 5’
recorded video
“Black Noise White Silence” (Rumore nero silenzio bianco) è una densa, unitaria opera audiovisuale creata al computer, la quale sfrutta risorse minimali per dimostrare le possibilità d'impatto grazie a strumenti digitali. La stretta sincronizzazione di audio e video è la principale sorgente di tensione in questo pezzo – l'attività visuale è costruita esplicitamente punto per punto, pixel per pixel sulla traccia audio, così da produrre un'intensa esperienza multisensoriale nello spettatore. “Black Noise White Silence” è ispirato alle sperimentazioni e le opere video d'avanguardia di pionieri della computer grafica come Lillian Schwartz e John Whitney. L'uso di materiali generati da frattali dà a quest'opera una qualità organica, mentre la sua compattezza formale produce un senso di immediatezza e prossimità.
* Arnoud Noordegraaf (1974): STRUNG (2006) 15’
flauto dolce tenore e recorded video
STRUNG è un progetto di musica e immagini scritto per Jorge Isaac, un artista versatile capace di suonare diversi strumenti a fiato (i vari tipi di flauto dolce) e allo stesso tempo creare effetti con una strumentazione elettronica.
Jorge è un performer d'avanguardia, che utilizza i moderni media e inserisce idee ed elementi teatrali nelle sue esibizioni. Il suo approccio altamente sofisticato agli strumenti elettronici è stato usato per definire i confini dell'idea di “STRUNG”.
In “STRUNG” il virtuoso interprete del flauto dolce porta all'estremo i limiti della sua performance, così come la sua bravura con la strumentazione elettronica che lo circonda e da voce al suo talento.
Quando l'elettronica sembra troppo complessa per essere dominata e inizia a svilupparsi per conto proprio, si apre un universo inaspettato. Un mondo oscuro con frontiere invisibili, abitato da un'intrigante e surrealistica fanciulla, perpetuamente e intensamente concentrata sulla rituale distruzione dei flauti dolci.
Il virtuoso decide d'irrompere in questo mondo e combatte per la supremazia e per la salvezza dei suoi strumenti.
* Interlude 5'
flauto dolce basso e recorded video
Sinuose, morbide lunghe linee melodiche suonate da un flauto dolce basso, insieme all'immagine delle mani del performer in video.
* Roderik de Man (1941): Are you here? (2008) 1’
recorded video
Nel 1999 la Bifrons Foundation diede inizio a ‘Flash', un progetto per la realizzazione di DVD nel quale diversi artisti visivi e compositori furono invitati a collaborare nella creazione di opere audiovisuali, confluite in 9 dvd's.
A ciascun compositore venne richiesto di creare un brevissimo “flash” di durata non molto superiore ad un minuto come parte di un'opera più ampia.
Per il mio frammento sonoro, ho usato un cronometro vocale contando a ritroso da un minuto fino a zero e aggiungendo ogni tipo di campionamenti e suoni squisitamente elettronici.
Roderik de Man
Il video per questa composizione è stato creato nel 2008 da Cecile Webb.
* Roderik de Man (1941): Marionette (2007) 9’
flauto dolce sopranino, tenore e basso e recorded video
In "Über das Marionetten Theater" (Sul Teatro delle Marionette, 1810) Heinrich von Kleist, attraverso il suo protagonista Herr C. (il Signor C), discorre dell'infinita grazia degli oggetti inanimati.
Il saggio “Sul Teatro delle Marionette” non è stato scritto per una messa in scena, non è una pièce teatrale, ma una descrizione della loro funzione e importanza. L'autore mette a confronto le capacità degli attori e delle marionette in accordo con l'estetica romantica.
Kleist spiega che gli oggetti, a differenza delle persone, non hanno necessità di comportarsi in modo affettato. Egli dice che le marionette libere dalla necessità di toccar terra (finché il riecheggiare degli accordi dei violini giunge al punto più alto), sono molto più aggraziate dei danzatori umani. Solo un dio o forse un animale simile all'orso, proclama Herr C., potrebbe eguagliare la grazia delle cose inanimate, mentre gli umani sono goffi, appesantiti dal loro sapere. Nell'argomentare la superiorità delle marionette, Kleist espone la sua convinzione della superiorità - per quel che concerne la comprensione e la creatività - dell'inconscio sul conscio, della spontaneità e dell'intuizione sulla ragione.
L'entusiasmo di Kleist per il teatro delle marionette era condiviso da molti ma l'importanza delle sue parole e le infinite possibilità che egli vedeva nel mondo delle marionette non sono state riconosciute fin molto dopo la sua morte, con la giustificazione offerta dall'idea che Kleist fosse un uomo nato prima del suo tempo.
La musica comprende una parte strumentale per flauto dolce sopranino, tenore e basso (Paetzold) e una parte elettronica su CD.
La Part I per Sopranino è una rappresentazione musicale di caratteri a tratti grotteschi e a tratti giocosi delle marionette, la part II è una riflessione lirica su “la grazia delle cose inanimate” per flauto tenore e nella part III il Paetzold (flauto basso) traduce movimenti controllati e incontrollati in una caotica fantasia.
La parte del cd era costituita di campionamenti presi dagli strumenti, suonati da Jorge Isaac sugli strumenti, e l'improvvisazione in precisi momenti è una parte fondamentale del pezzo.
Marionette è stato commissionato dalla Visionor Foundation ed è dedicato a Jorge Isaac.
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