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La Chiesa dei SS. MM. Giorgio e Caterina: dalla distruzione alla rinascita

Autore: Francesco Fuggetta,
21 novembre 2008, 11:41
Sono ancora tanti i cagliaritani che hanno scolpita nella memoria la data del 13 maggio 1943...

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1999: IL MUSEO DELL’ARCICONFRATERNITA DEI GENOVESI

Dal 1999, nei locali attigui alla Chiesa, l’Arciconfraternita dei Genovesi ha realizzato un museo, dove è stato esposto il patrimonio di arredi sacri, dipinti, statue, argenti e paramenti che formava il corredo liturgico dell’antica chiesa di via Manno. Gli artisti provenivano da Cagliari, Roma, Napoli e Torino, anche se è prevalente il contributo genovese. I materiali furono acquisiti nel corso dei secoli attraverso i mercati d’arte liguri. Risalgono in gran parte al Seicento, il “secolo d’oro” dell’Arciconfraternita, durante il quale fu costruita l’antica chiesa. Fra i dipinti è notevole il “Cristo e Maria offrono il rosario a santi Domenicani”, di Giovanni Bernardino Azzolino, del 1620-1630, e la “Madonna della città”, del 1634-1635, attribuita alla scuola di Domenico Fiasella detto il Sarzana. Tra le sculture spicca il “Martirio di Santa Caterina”, realizzato da Giuseppe Anfosso nel 1792.

Numerosissimi sono i pezzi di argenteria sacra e molto ricca e raffinata è la sezione dei tessuti, databili tra il Seicento e la prima metà del Novecento. In una sala è custodito l’archivio, che in gran parte si salvò dal bombardamento, e che include lo statuto dell’Arciconfraternita datato 1596, il primo redatto in italiano volgare in Sardegna. Sono conservati testi, atti e documenti dalla fine del Cinquecento ad oggi. Queste antiche carte non documentano soltanto i sei secoli di vita del sodalizio, ma forniscono un contributo fondamentale per ricostruire la storia della città e dell’isola. L’Arciconfraternita dei Genovesi di Cagliari è stata la prima in tutta la Sardegna: la bolla pontificia di erezione del sodalizio ad Arciconfraternita risale infatti al 1591, durante il pontificato di Gregorio XIV.

2001: L’INAUGURAZIONE DELLA SCALINATA

Mancava ancora la scalinata, che doveva essere realizzata contestualmente alla costruzione della chiesa. L’Arciconfraternita dei Genovesi, nel 1958, raggiunse un accordo con l’amministrazione comunale: la cessione del terreno antistante la chiesa in cambio della costruzione della scalinata. Il 21 aprile 2001 il Comune ha tenuto fede agli impegni presi. Dopo sei mesi di lavoro ha finalmente avuto luogo l’inaugurazione della monumentale scalinata in pietra bianca di calcare, che collega via Scano a via Gemelli. Per presentare al meglio la scalinata è stata messa in scena “Sa passioni e sa resurrezioni de Gesù Cristu”, un’opera teatrale sacra in lingua campidanese del giornalista e scrittore Lucio Spiga.

«Quello che manca, e ciò mi dispiace molto, è l’attaccamento alla parrocchia da parte dei fedeli», osserva Don Franco Matta, parroco della chiesa dal 5 ottobre 2002. Ordinato sacerdote il 17 giugno 1978, proviene dalla parrocchia della SS. Vergine Assunta di Selargius. «Vorremmo fare di più, ma mancano gli spazi e i locali», continua Don Matta. «La posizione della chiesa è un po’ infelice, manca un sagrato che colleghi la scalinata all’ingresso. Non c’è un oratorio, né altri spazi di aggregazione per i parrocchiani». La parrocchia, infatti, non è proprietaria della chiesa (caso unico in tutta la Diocesi): sia il terreno che l’edificio appartengono all’Arciconfraternita dei Genovesi. «In ogni caso teniamo corsi di catechismo, corsi per i fidanzati, organizziamo recite, riunioni e piccoli concorsi, come quello per i presepi più belli, a Natale. Un segnale di speranza - conclude Don Matta - arriva dai bambini, che accorrono numerosissimi per la Novena di Natale». 

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