il dissidente Parla l'esponente dell'Uds
«Quello che è stato approvato è un ordine del giorno generico che non è scaturito da un'analisi della lunga storia di Tuvixeddu. Avrei auspicato un approfondimento». Anche per questo Mario Floris, presidente della Commissione autonomia del Consiglio regionale, venerdì non ha votato l'ordine del giorno approvato con i voti di centrodestra e centrosinistra in Consiglio regionale. Un'astensione, dice, scaturita anche dall'amarezza per non aver potuto parlare in Aula («mentre ero fuori per la pausa pranzo, i capigruppo hanno deciso di proseguire la riunione ad oltranza»).
Nel merito, la posizione di Floris ricalca quella della Giunta regionale. L'esponente del gruppo Misto (eletto con l'Uds) ritiene, cioè, che non si debba fare nessuna legge per acquisire le aree ma si debba ripartire dall'accordo di programma: «Quell'intesa, che nasce dagli anni '80, prevedeva esplicitamente la possibilità di essere rivisto su pretesa di una delle parti. E prevedeva anche un arbitrato con rappresentanti di tutte le parti. Se tutto fosse rimasto nei limiti delle regole già stabilite si sarebbe già risolto tutto, anche considerando che in questi anni è mutata la sensibilità. Quando invece si tende a sopraffare a dispetto delle regole si creano danni».
Nella scorsa legislatura, nel pieno della guerra soriana all'accordo del 2000, Floris chiese l'istituzione di una commissione d'inchiesta che facesse luce sulle responsabilità del blocco dei lavori. «Venne approvato un ordine del giorno ma l'allora presidente del Consiglio Giacomo Spissu non gli diede mai seguito». Significa che non sempre gli impegni assunti in Aula si rispettano.
Autonomista della prima ora, Floris ritiene necessario anche «che la Regione rivendichi dallo Stato la competenza paesaggistica, dopo aver ottenuto quella urbanistica».
08/03/2010