Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sakamoto suona un mondo in cenere

Fonte: La Nuova Sardegna
25 giugno 2008

MERCOLEDÌ, 25 GIUGNO 2008
Pagina 35 - Inserto Estate


Il pianista giapponese all’Anfiteatro di Cagliari in un live ad alta tecnologia



In primo piano il nuovo disco, un racconto in musica sul pianeta di oggi distrutto dagli uomini

ANDREA MUSIO
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CAGLIARI. Dall’iper stimolante New York alla quiete delle campagne giapponesi, fino alle aride terre africane. Tra le tante meraviglie del mondo c’è anche l’Anfiteatro romano ad aver ispirato l’immenso estro artistico del guru della musica elettronica Ryuichi Sakamoto.
Così, quello che doveva essere un breve sopralluogo per verificare l’acustica delle apparecchiature e della venue si è trasformato in una lunga sessione di prove. «Siamo stati in albergo per tre giorni, lontano dalla città - spiega il compositore e musicista giapponese prima del concerto insieme al chitarrista viennese Christian Fennesz -. Quando siamo arrivati qui siamo stati subito colpiti da questa meraviglia. Si respira la storia, e gli aerei che di continuo passano qui sopra ti fanno pensare ad una terra di passaggio di culture e idee».
Fonte di ispirazione anche per il numeroso pubblico che lunedì sera ha assistito all’esibizione. Prima tappa del tour italiano e serata d’apertura per la rassegna organizzata da Rocce rosse in tandem con Jazz in Sardegna.
Un concerto raffinato, dai toni pacati. Certo non di facile ascolto. Ha deluso chi si aspettava un live prevalentemente dedicato alla musica elettronica ed esaltato chi, invece, già conosceva il contenuto del secondo lavoro discografico concepito dal premio Oscar per la colonna sonora de «L’ultimo imperatore» di Bertolucci.
Gran parte della serata è stata infatti dedicata all’esecuzione di «Cendre» in cui Sakamoto suona il pianoforte e la sua sagoma si staglia su uno schermo gigante che contemporaneamente trasmette immagini in loop in cui la natura la fa da padrona.
«Con questo album, “Cendre” che tradotto significa cenere, avevamo la speranza che tutti i mali del secolo scorso sarebbero stati spazzati via, invece le cose nel mondo continuano a peggiorare. La natura non si può cambiare, ma le leggi degli uomini sì. Tutto questo è reale, è tutto il resto che non va bene, quello concepito dagli uomini, i rapporti conflittuali fra di loro e la politica che li regola».
Quando si ha l’onore di parlare con Sakamoto non si può prescindere dal discorso sulle tecnologie, l’era di internet e del download selvaggio. «Questa è l’altra faccia dell’evoluzione elettronica - continua Sakamoto -. Non sono d’accordo con le attuali leggi sul copyright, ma bisognerà mettere un freno a questa situazione. Se da un lato la musica è patrimonio dell’umanità e non dei singoli, è anche vero che i musicisti devono avere un mezzo di sostentamento».
La rivalutazione del vinile può essere una soluzione? «Sicuramente sì, l’album è una cosa reale da tenere tra le mani. Anche se la musica è costituita da dati elettronici sempre più evanescenti, il disco è il suo lato umano, una forma d’arte nell’arte. E’ proprio così - aggiunge dopo una breve pausa -, acquistare un vinile è come acquistare una piccola opera d’arte.