Il cinema come mezzo di aggregazione sociale? Talvolta si può. Ecco come Ennio Madau e Francesca Lixi ci sono riusciti. Grazie a un gruppo di giovani protagonisti e un assessorato coraggioso.
di Maria Elena Tiragallo
Si intitola “Il Condominio” ed è il cortometraggio scritto e realizzato dai giovani protagonisti nell’ambito del corso “Azione!!! Laboratorio per fare il cinema”, organizzato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, tenuto da Ennio Madau e Francesca Lixi. Girato interamente a Cagliari, in alta definizione e in digitale, il cortometraggio è stato presentato alla Cineteca Sarda, qualche giorno fa. Ospite della proiezione l’assessore Daniela Noli, che ha commentato: “E’ stato fatto un buon lavoro in grado di lanciare un forte messaggio come quello dell’accoglienza del "diverso". Il corto è servito come mezzo di formazione personale, di aggregazione sociale”. Uno dei due registi, Ennio Madau, ci spiega la genesi formativa e cinematografica del progetto.
Com’è nata quest’iniziativa?
Il progetto nasce dall'esigenza dell'Assessorato alle Politiche Giovanili e dell'assessore Daniela Noli, di creare uno spazio di espressione per i giovani e, per un altro verso, di ascolto dei giovani. Il corto nasce come momento finale, e come parte integrante, di un laboratorio, chiamato "Azione!!! Laboratorio per fare il Cinema" rivolto a giovani dai 15 ai 30 anni, che voleva costituire uno spazio in cui i giovani potessero raccontare le loro storie e rappresentarle col mezzo cinematografico. Il cinema, in questo caso, non è il fine del lavoro, ma un mezzo attraverso cui perseguire degli obiettivi formativo-culturali, come l'attitudine al lavoro in gruppo, l'esplorazione del processo creativo collettivo, il confronto con i problemi che si presentano nella realizzazione di un progetto comune. In quest'ottica, il "fare" cinematografico, costituisce senza dubbio un'occasione privilegiata, con le sue caratteristiche di complessità e di attività eminentemente collettiva.
Qual è la sinossi?
Gli strani componenti di un condominio un po’ particolare. Gli abitanti vivono la loro routine quotidiana finchè l'arrivo di un nuovo condomino rischia di minare gli equilibri raggiunti. Ma i condomini sanno come reagire per fare in modo che le loro certezze non saltino ....
Come si sono avvicinati i protagonisti al mondo del corto?
Il laboratorio, della durata di 100 ore, è stato frequentato complessivamente da venti giovani. Solo otto sono arrivati fino alla fine e sono quindi gli autori e realizzatori del corto. Per quanto riguarda l'approccio, inizialmente i ragazzi si sono avvicinati un po’ superficialmente, con l'idea di fare un prodotto di successo, con molta attenzione al gusto ed al giudizio dell'occhio esterno di un supposto pubblico. In seguito, all'incontro con le grandi difficoltà della creazione collettiva, hanno compreso che l'importante era piuttosto esprimere ciò che premeva e interessava loro. Infine, durante la lavorazione, hanno dimostrato, una volta compreso il lavoro del set, una grande disponibilità ed un grande affiatamento.
Che importanza ha avuto il set?
Il set cinematografico è stata la continuazione ideale del corso perché i partecipanti hanno capito che il set è una macchina dove ognuno ha i suoi precisi compiti, tutti devono comunicare in tempi rapidi. Il set è stata la palestra in cui mettere in pratica il percorso fatto durante il laboratorio.
Quali sono state le location?
“Il Condominio” è stato girato nei locali dell'Assessorato Servizi Sociali del Comune di Cagliari in via Eleonora d'Arborea, negli stessi spazi che hanno ospitato il laboratorio.
Quali sono state le difficoltà incontrate?
Le difficoltà maggiori sono arrivate al momento della creazione collettiva della storia. Ognuno arrivava con la sua storia individuale e si incontrava molta difficoltà a farsi contagiare dalle storie degli altri, a rinunciare a pezzi della propria. Soprattutto perché i ragazzi all'inizio avevano molto forte l'idea di fare "il filmone", girare il pezzo da novanta, forse troppo condizionati dai modelli televisivi, che fanno apparire tutto facile, tutto possibile, senza che siano necessari lo studio, la disciplina, l'impegno e l'ascolto dell'altro. L'altra difficoltà è che volendo noi proporre un lavoro di gruppo, non c'era un "capo" e che ogni scelta veniva condivisa e discussa, la qual cosa comporta un allungamento dei tempi ed un impegno profondo per ascoltarsi e comprendere le varie ragioni. Un lavoro che in condizioni normali non è facile a compiersi.
A quanto ammonta il costo del progetto?
Il budget del corto si aggira sui 2.500 euro circa, ma il costo totale lo sanno solo in Assessorato.
Che futuro avrà questo corto?
Stiamo cercando di mantenere il gruppo attivo coinvolgendoli nella distribuzione del film. I ragazzi si sono impegnati a cercare o creare occasioni in cui il film possa essere proiettato nelle scuole, spazi privati, sale cinematografiche, così come si stanno cercando concorsi e rassegne. Di sicuro posso dire una che in cantiere ci sono due proiezioni: una al Centro Giovani di via Dante ed una al Liceo Artistico di Cagliari.