Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rimosse due pietre miliari, è polemica

Fonte: L'Unione Sarda
10 settembre 2010

Trasportate in un deposito per essere esaminate dagli esperti ma il quartiere insorge
San Bartolomeo, tolti i cippi dell'antica strada per Calamosca
Due cippi portati via dagli operai del Comune e consegnati alla Soprintendenza che vuole esaminarli. E scoppia la protesta del quartiere.
Che ne sarà dei due antichi cippi stradali di viale Calamosca? A chiederselo sono i residenti del rione di San Bartolomeo, dopo che martedì scorso hanno assistito, impotenti, alla rimozione delle due pietre miliari da parte di una squadra di operai armati di una piccola gru. Qualcuno ha pensato a un furto e ha dato l'allarme, qualcun altro a un intervento ordinato dai vigili per rendere sicuro il viale dopo che qualche giorno fa una donna è andata a cozzare con l'auto su una delle pietre. Ma la realtà è un'altra. «I cippi sono stati prelevati da un'impresa per conto del Comune», chiarisce Sergio Murgia, dirigente del settore Urbanizzazioni e mobilità, «l'obiettivo è consegnarli alla Soprintendenza affinché siano studiati». Al momento, però, sono custoditi nell'ex Mattatoio di via Po. «Non sapevamo dove metterli perché sono grandi e pesanti», riprende Murgia, «spuntavano dal terreno di 40 centimetri, ma quando abbiamo scavato ci siamo resi conto che avevano una “radice” di oltre un metro».
LA PROTESTA Ci sono voluti pochi minuti per far sparire dal viale i due simboli del rione e tappare le buche con la ghiaia. I residenti non hanno gradito e ora chiedono a gran voce di riavere le pietre. «Temiamo che non torneranno più al loro posto», afferma Loredana Falchi, che abita a pochi passi dal luogo dell'estrazione. «Erano lì da un'eternità e caratterizzavano il nostro quartiere», si lamenta il 61enne Giampaolo Usai, bottegaio storico di piazza San Bartolomeo, «chi li ha portati via ha sbagliato. Devono subito tornare dov'erano». La protesta è unanime e si arricchisce della voce di alcuni ambientalisti. «È un peccato», commenta il presidente dell'associazione Cavità cagliaritane, Marcello Polastri. D'accordo Angelo Pili (associazione Aloe Felice). «Il loro valore storico è altissimo e non vederli più nel viale dispiace». Disinteressato, invece, il parroco Remo Morelli. «Con tutti i problemi che ci sono», afferma, «mi sembra esagerato preoccuparsi di due pietre. E non aggiungo altro».
LA SOPRINTENDENZA L'archeologa della Soprintendenza, Donatella Salvi, attende di poter esaminare a fondo i cippi. «La prima impressione è che non siano così antichi», dice, «potrebbe trattarsi di cippi moderni, risalenti al 1800, ma è troppo presto per poterlo affermare con sicurezza». Per il responso definitivo bisognerà attendere almeno due settimane. Successivamente la Sovrintendenza deciderà anche se trattenere le pietre o lasciare che tornino al loro posto.
PAOLO LOCHE

10/09/2010