Contestata dal pm Daniele Caria la concessione senza gara dell’anfiteatro romano a Sardinia Jazz e un giro di fatturazioni sospette
Accuse confermate per i fratelli Palmas e Soriga, scagionata la dirigente comunale Ada Lai
MAURO LISSIA
CAGLIARI. Va in archivio la posizione di Ada Lai, la dirigente comunale finita sotto procedimento penale insieme ad altre cinque persone per la vicenda dell’anfiteatro concesso senza gara e dei contributi facili allo spettacolo. Chiusa l’inchiesta giudiziaria, il pm Daniele Caria chiederà invece il rinvio a giudizio per gli altri cinque indagati con accuse che vanno dalla truffa al peculato.
Sono l’ex dirigente del servizio cultura e spettacolo Bruno Soriga, la funzionaria Luisa Lallai, i fratelli Massimo e Michele Palmas di Sardinia Jazz-Sardegna Concerti, Maria Gabriella Manca, presidente di Sardegna Concerti. I fatti al centro dell’inchiesta giudiziaria vanno dal 2004 ad oggi: punto di partenza è la concessione dell’anfiteatro romano, passato senza gara pubblica - qui si sarebbe verificato un abuso d’ufficio - con una sequenza di convenzioni stipulate nel 2005, 2006 e 2007 dalla Fondazione teatro lirico alla cooperativa Sardinia Jazz, che poi l’ha girato in gestione gratuita ed esclusiva a Sardegna Concerti. Stando alla ricostruzione della Procura la famiglia Palmas, grazie a un rapporto privilegiato con gli uffici comunali e con la connivenza di Soriga, non avrebbe pagato canoni, spese di gestione, utenze elettriche e idriche. Non solo: chiunque volesse chiedere in uso lo spazio doveva e deve ancor’oggi rivolgersi a Sardegna Concerti anzichè al Comune.
Ma la Procura contesta ad alcuni degli indagati anche una serie di episodi di peculato: fra questi l’uso illegale, di fondi Por per 700 mila euro ottenuti dalla Regione per attrezzature tecniche - palco per la musica, impianti, luci, proiettori, gazebo - che il Comune ha poi acquistato senza alcuna procedura ad evidenza pubblica da fornitori indicati dai fratelli Palmas. Attrezzature poi utilizzate per scopi diversi da quelli stabiliti e anche in numerosi luoghi e occasioni diversi, tra cui il festival internazionale del jazz all’anfiteatro Maria Pia di Alghero, nell’estate 2007, e alla Settimana Santa con Fiorello. Soriga - secondo la Procura - avrebbe consentito a Sardegna Concerti di usare a proprio piacimento e a proprio vantaggio i beni comprati con fondi pubblici e destinati agli spettacoli allestiti per conto del comune di Cagliari. Sempre lui insieme alla Lallai avrebbe avvallato spese e operazioni varie compiute da Sardegna Concerti aggirando delibere e norme. Nell’inchiesta compaiono poi somme di denaro concesse a Sardegna Concerti per contribuire a una manifestazione musicale e destinati ad altro, con dichiarazioni false, rendiconti aggiustati, fatture emesse per spese mai sostenute o sostenute in occasioni diverse.
Agli atti alcuni episodi che saranno oggetto del processo. il 14 novembre 2006 Massimo Palmas, rappresentante legale di Sardinia Jazz e concessionario dell’anfiteatro romano, presenta al comune il rendiconto del Festival internazionale del jazz, che si è appena concluso. Per realizzare la rassegna musicale Palmas ha ricevuto dall’amministrazione Floris un contributo di 25 mila euro. Fra le pezze giustificative finisce la fattura numero 48 che in realtà riguardava un acconto spese per la coproduzione nei confronti dell’associazione Rocce Rosse & Blues. Nell’atto conclusivo dell’inchiesta - dove alcuni dei capi d’imputazione son stati modificati - emerge l’anomalia dei rapporti fra le società che fanno capo alla famiglia Palmas - Sardinia Jazz e Sardegna Concerti - e l’amministrazione comunale: da una parte i dirigenti, con la funzionaria Lallai, sembrano fare di tutto per agevolare l’attività degli imprenditori privati: gli affidano senza gara l’anfiteatro, non si preoccupano di esigere canoni, bollette per i consumi, neppure sottoscrivono la polizza fidejussioria da 60 mila euro prevista nella convenzione. Dall’altra non controllano l’attendibilità dei rendiconti.
Tutti gli indagati hanno depositato memorie difensive respingendo con forza ogni accusa e documentando la regolarità dei propri atti. Prossimo passaggio dell’inchiesta, scaduti i termini di garanzia, sarà la richiesta di rinvio a giudizio.