La vertenza dei netturbini
«Chiediamo che venga concessa un'altra proroga alle tre società che attualmente operano nel settore, includendo tutti i 520 lavoratori interinali che da anni provvedono alla pulizia della città. In attesa che il Comune bandisca, una volta per tutte, la gara per il maxi-appalto di 7 anni più due».
Il segretario generale della Uil-Cpo, Chabaani Abderazak, lancia il suo appello dall'ufficio di via Po, mentre giù in strada ci sono i diretti interessati, i netturbini a cui è affidato il servizio della raccolta dei rifiuti nel capoluogo sardo e che rischiano di perdere il lavoro dopo anni di precariato. «Annullata la gara d'appalto di 18 mesi, andata deserta, speravamo che finalmente il Comune potesse discutere quella da 7 anni più due: invece purtroppo non è stato così e l'assessore Giagoni annuncia ora che si farà un'altra gara di due anni, che lascerà fuori gran parte dei lavoratori che finora hanno garantito uno dei servizi più importanti della città».
Il futuro è incerto. Dal 18 settembre otto lavoratori sono senza contratto (alla scadenza non è stato rinnovato), quindi in organico ci sono a oggi 512 operatori della nettezza urbana. Ma sono a rischio altri 120 posti, se è vero che il Comune intende stabilizzare non più di 400 lavoratori. «Come si fa a dire che ne bastano 400 - si chiede Abderazak - se non si riesce oggi, con l'attuale forza lavoro, a tenere in ordine e pulita tutta la città? All'indomani dei licenziamenti i lavoratori in organico sono stati costretti a fare doppi turni per coprire quelli dei colleghi andati via. Mercoledì prossimo, in via Po', riuniremo in assemblea tutti i lavoratori, che non hanno più nessuna certezza sul loro futuro, per decidere insieme nuove azioni di lotta».
A occuparsi della pulizia della città e delle sue strade sono attualmente tre società: San Germano, De Vizia e Complet. Cosa succederà con la gara d'appalto di due anni è ancora poco chiaro, ma il sindacato è sicuro che non sia questa la strada. «Si possono lasciare le cose come stanno sino a quando non sarà pronto il maxi-appalto, evitando soluzioni-tampone e provvisorie - dice il segretario della Uil-Cpo - chiediamo alla Regione di intervenire e al Comune di riflettere meglio, convocando anche i sindacati per discutere del futuro di questi lavoratori che da oltre un decennio si adoperano per la città e i suoi cittadini: noi vogliamo difenderli, molti sono padri di famiglia costretti a lottare per il posto di lavoro». (c.ra.)
24/09/2010