Via Piero della Francesca.
Appello della madre (malata) di un ragazzo affetto da distrofia cerebrale
La disperazione di una famiglia si nasconde nel degrado di un palazzone di Mulinu Becciu: Maria Assunta Pinna, casalinga, ha 36 anni e un incredibile elenco di disgrazie. Diabetica dalla nascita del primo figlio, soffre di ipertensione ed è stata operata per l'asportazione di un tumore. Dieci giorni fa ha avuto un infarto e ha subito due interventi al cuore. «Non posso fare sforzi né stare da sola, ho fatto domanda per una pensione d'invalidità», racconta mostrando i referti, in cui si dichiara che è «impossibilitata a deambulare senza l'aiuto di un accompagnatore».
I FIGLI MALATI Come se non bastasse, solo la più piccola dei suoi tre figli, 10 anni, è sana: il primo, 17 anni, è costretto in sedia a rotelle per una distrofia cerebrale con tetraparesi spastica, la seconda, 13 anni, ha un ritardo cognitivo ed è epilettica. Suo marito Salvatore Gucciardo, 37 anni, è originario di Agrigento e fa il pescatore. Per starle vicino ha perso il lavoro e da un mese non si imbarca più sui pescherecci. Così, la famiglia vive solo con i 450 euro di accompagnamento che spettano al ragazzo disabile. «L'assistente sociale ci sta aiutando molto, anche per la bolletta della luce. Da qualche mese - ammette - non paghiamo l'affitto (43 euro), ma se ci daranno un'altra casa ci metteremo subito in regola».
IN CINQUE IN 10 MQ Il periodo più nero è stato quell'anno trascorso nelle case-albergo di via Tiepolo: in cinque in un monolocale di dieci metri quadri, «dieci mattonelle per quattro», ricorda Gucciardo. Marito e moglie dormivano su un materasso singolo posato sul pavimento, i figli sul divano, mentre il disabile veniva lavato dentro una bacinella. Prima ancora abitavano nel corso Vittorio Emanuele: poi l'aumento dell'affitto - da 650 fino a 1100 euro - li aveva costretti a lasciare la casa. «Abbiamo perso tutti i mobili: li avevo dati a mia sorella, ma sono andati distrutti nell'alluvione di Capoterra», racconta Gucciardo, disilluso dalla sfortuna che li perseguita.
UNA VASCA Oggi, nei 45 metri quadri della casa comunale di via Piero della Francesca, si sta un po' più larghi: soggiorno con angolo cottura, due camere da letto e un bagno. Mi problemi restano. Soprattutto uno: per lavare il figlio, Gucciardo deve fare la doccia insieme a lui. E per il ragazzo, ogni volta, sono graffi e lividi. «Chiediamo una casa più grande, o almeno una vasca da bagno», dice Gucciardo. «Gli operai del Comune avevano preso le misure per installarla, ma poi non sono più tornati». Servirebbe anche un letto ospedaliero con le sbarre ma non c'è lo spazio: la carrozzina non riesce ad entrare in camera da letto. «Quando abbiamo chiesto un'altra casa, ci hanno risposto che c'è gente che vive peggio di noi».
FRANCESCO FUGGETTA
15/11/2010