Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

A Cagliari la magia dei Wiener

Fonte: La Nuova Sardegna
16 novembre 2010


Protagonisti i solisti della filarmonica


GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. Dopo i Berliner, la London Symphony, la Scala e S.Cecilia, altri nomi illustri sono approdati sabato per Gli Eventi di “Accademia”. Questa volta, sul palco sono saliti i Philharmonics.
Vale a dire i Solisti dei celeberrimi Wiener Philharmoniker, protagonisti all’Auditorium comunale di piazza Dettori. Quattro esponenti, quali Tibor Kovac (primo violino), Doli Shkelzen (secondo violino), Thilo Fechner (viola) e Ödön Rácz (contrabbasso), formavano l’ensemble cameristico che, in diretta mondiale curata dalla Xorovo, si poteva seguire sulla pagina Facebook di Accademia. Parte del ricavato, poi, andava in favore dell’Airc (l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro).
Va detto subito, però, che l’acustica dell’Auditorium non era certo delle migliori e che altra location avrebbe esaltato indubbiamente la godibilità dell’evento. Tuttavia ciò non toglie la qualità esecutiva dei Philharmonics: il suono, per quanto castigato, era comunque denso, lucido, molato e timbricamente caldo.
Già nell’”Adagio e Fuga KV 546” di Mozart, i Philharmonics v’immettono una corposità sonora ed un fraseggio quasi audaci per lo stile, ma che sortiscono ad ogni modo un effetto accattivante. Stessa impronta, invece, risulta ideale per il “Terzetto” di Dvorák, abbandonandosi ad un respiro espressivo estremamente languido, tutto pervaso da una patina di cantabilità che, a giusto titolo, potremmo definire di gusto “viennese”.
Ben altro carattere ovviamente ha la brillante pagina di Antonio Bazzini, “La Ronde des Lutins”, pezzo di bravura e sovente bis per i più grandi virtuosi: Kovac non sarà magari un Perlman o un Vengerov, ma affronta con piglio deciso i passaggi i più ostici, dalle note sovracute ai pizzicati sulla tastiera del violino. Come annunciato, poi, un omaggio a “No potho reposare” di Luigi Rachel nell’arrangiamento quartettistico di Ettore Carta, del quale eseguono fra l’altro un brano inedito dal titolo “Nessuno leggero passa su questa terra”. Infine, in unione con l’Orchestra Filarmonica del Mediterraneo hanno eseguito la “Quarta Sinfonia” di Beethoven. È qui soprattutto che sorgono i limiti dell’acustica ambientale, sebbene la stessa Filarmonica possa dare di più con un maggior rodaggio tecnico-esecutivo.