Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Paolo Rossi, il mistero buffo è pop

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2010

Rassegne. Tutto esaurito al Massimo di Cagliari per lo show del comico e di una grande Lucia Vasini

L'attualità più becera sbattuta in faccia al pubblico

La risata apre la mente, dice Paolo Rossi. Un comico di razza, secondo le parole del suo maestro Dario Fo dal quale, con il sottotitolo “Ps Nell'umile versione pop”, riprende il celebre Mistero Buffo e lo propone nella produzione La Corte Ospitale - Compagnia del Teatro Popolare per la regia di Carolina De La Calle Casanova. Lo spettacolo è arrivato a Cagliari, nel cartellone della Stagione di prosa del Teatro Stabile della Sardegna, in un Massimo che ha fatto il tutto esaurito.
La versione pop? Il contatto popolare con il pubblico è costante: gli sbatte in faccia l'attualità più becera come da tradizione della commedia dell'arte, con tanto di sberleffo al giornalista di turno che in prima fila si segna le battute (“Così si perde la mimica facciale”). D'altro canto è un mimo di razza. Pure questo aveva detto il premio Nobel sul suo allievo. Ma non c'è tempo per una riflessione perché torna alla carica sul collega: “Giornalista o questura?”.
Racconta i misteri buffi in raffinate performance di fisicità e con una rielaborazione in grammelot che, nella maniera di Rossi, non cede ai virtuosismi alla Fo. A teatro si può copiare ma non troppo. L'affabulazione comica procede impetuosa. Irride i potenti e anche se stesso, perché l'autoironia è una dote preziosa nei riferimenti alla contemporaneità di oggi (Wikileaks) e di ieri (“Non tutti i nani vengono per nuocere”). La comicità deborda nel drammatico variando i ritmi, insinuando dubbi nella platea se rispetti i tempi della battuta o della riflessione, generando effetti comici nuovi quando chiede indicazioni geografiche nel procedere del testo. Succede così, tra improvvisazione, mestiere e caso, che la caserma di Stampace diventa una rassicurante “La caserma sta in pace” per il riso esplosivo dei cagliaritani che fanno a gara a rispondere a quel folletto impenitente a proprio agio fra le scene di Andrea Cavarra.
Non è solo sul palcoscenico. Lo accompagna, irrompe e interagisce Emanuele Dell'Aquila con le sue musiche eseguite dal vivo, costretto e insieme complice nella recitazione. Al secondo atto partecipa una straordinaria Lucia Vasini: regalando una Madonna commuovente. Pop, versione umile pop. Il Gesù raccontato da un giullare, da Giuda, da Maria e dal popolo va incontro al suo destino e il manichino “sordomuto mimo” viene crocifisso come un vero Cristo di oggi.
Resta una domanda: se il figlio di Dio tornasse ai nostri tempi chi sarebbe? Indietro, nella drammaturgia appena consumata anche una certezza: il teatro continua a stupire, a restare vivo e richiamare e far ridere gente viva. Fuori tanti Lazzaro da resuscitare.
MANUELA VACCA

02/12/2010