Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ora qualcuno dovrà pagare i danni»

Fonte: L'Unione Sarda
5 agosto 2008

Coimpresa pronta a riprendere i lavori. La soddisfazione di Gualtiero Cualbu: «I giudici hanno messo fine all'azione ossessiva della Regione»

«Sì, pronto? Quale notizia?». Alle 18 le informazioni in arrivo da Roma non sono ancora entrate negli uffici di Coimpresa. «Il Consiglio di Stato ci ha dato ragione?». Gualtiero Cualbu resta muto per un istante ma il sospiro di sollievo s'infila nel telefono: «Sono impegnato in un consiglio di amministrazione, tra poco mi informerò». C'è tempo per un commento flash: «Eravamo fiduciosi. Non poteva che andare in questo modo». Il cda finisce e la voglia di riprendere il discorso arriva in fretta: «È stata una battaglia, sono passati due anni esatti. Due anni di inferno, ma stavolta sembra sia arrivata davvero la parola fine».
IL TEMPO DI RICOMINCIARE «Più ci penso, più mi sembra di venire fuori da un incubo». La decisione dei giudici amministrativi rilancia il progetto di Tuvixeddu: «Abbiamo sofferto tanto in questa battaglia che ha penalizzato noi, il Comune, ma anche tutti i cagliaritani. Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci proprio adesso». Cualbu è un fiume in piena: «Abbiamo vinto la guerra, ma purtroppo restano sul campo tante macerie. Due anni di paralisi ci costringeranno a riprendere tutto in mano: il sistema di lavoro, il sistema commerciale, il rapporto col Comune, i canali dei finanziamenti». L'imprenditore si augura che da parte di tutti ci sia la volontà di riportare il calendario al 2006: «Quest'incubo è iniziato proprio nell'estate di due anni fa». La serata di festa autorizza anche paragoni fantasiosi: «Siamo come il bambù: ci siamo piegati ma non spezzati». Non manca un attimo di emozione («Perché un accanimento così ossessivo? Cinquantacinque, forse addirittura sessanta provvedimenti contro di noi»), poi parte l'affondo: «Questa vicenda rappresenta una pagina davvero oscura della politica regionale».
RISARCIMENTO DANNI Cualbu non si accontenta di riprendere i lavori: «Ovviamente chideremo il risarcimento per i danni provocati da due anni di paralisi del progetto di Tuvixeddu. Qualcuno dovrà farsi carico di questi danni». D'altronde «è stato messo in difficoltà un gruppo che ha sempre lavorato con grande sacrificio». Il patron di Coimpresa insiste: «Vorrei capire quali sono le ragioni che hanno portato la Regione a ostacolare il decollo di un accordo di programma che rispetta sotto tutti i profili le regole paesaggistiche e di tutela archeologica».
COMITATO DI SORVEGLIANZA La linea di condotta di Coimpresa ora verrà decisa insieme allo staff legale. Cualbu però intravede già la necessità di rimettere in piedi il Comitato di sorveglianza, «di cui fanno parte Comune, Regione e privati e che non è mai potuto funzionare per l'atteggiamento della Regione».. L'organismo consentirà di «proseguire le opere, ripristinare i piani di lavoro, rimettere i cantieri in sicurezza».
I LAVORATORI Anche per Giuseppe Cualbu, figlio di Gualtiero e amministratore di Nuova Iniziative Coimpresa, la strada della richiesta di risarcimento è obbligata: «Ma ci urta soprattutto che un grande numero di lavoratori abbia perso il lavoro soltanto per una serie infinita di atti illegittimi. In questa vicenda così triste per la città e per la Sardegna si sono consumati tanti drammi personali». Arriva anche un commento dalla Circoscrizione 2 di Cagliari: «Si sono persi due anni per un accordo di programma che ha sempre avuto tutti i crismi formali per andare avanti senza problemi», sottolinea Riccardo Laconi (presidente della commissione Urbanistica). «Risultato: abbiamo ancora due zone disastrate come Tuvixeddu e Tuvumannu che avrebbero meritato ben altra sorte».
GIULIO ZASSO

05/08/2008