Gli abitanti di Is Mirrionis contrari allo sfratto ipotizzato dall'assessore Patrizio Mulas
Ma c'è chi sollecita i dirigenti a pensare di più ai giovani
Per gli abitanti di Is Mirrionis la Johannes è un'istituzione e non andrebbe sfrattata.
«Un'offesa». Così gli abitanti di Is Mirrionis giudicano l'ipotesi paventata dall'assessore comunale al Patrimonio di “sfrattare” la Johannes dal campo storico del quartiere perché, secondo Patrizio Mulas, i dirigenti si rifiuterebbero di dividere quel terreno di gioco con altre due società. Del resto la polisportiva, nata nel 1967, ha iniziato tanti giovani al calcio dando in questo modo a molti un'alternativa alla vita di strada e allevando alcuni campioni, come Andrea Cossu. Ma negli ultimi anni qualcosa sembra essere cambiato.
LA GUERRA È perentorio Roberto Pisano, titolare della stazione di servizio nei pressi dell'ospedale Santissima Trinità. «Se faranno quel che dicono - afferma riferendosi alle parole dell'assessore Mulas - ci sarà una guerra». Nel suo distributore di carburanti si riforniscono tante persone del quartiere: dal presidente della Joahnnes Giampaolo Dessì alle decine di residenti che affidano alla società figli e nipoti, perché apprendano tecniche e valori dello sport. «A chi vive qui non andrebbe bene. Quel campo è della Johannes e alla Johannes deve rimanere».
LA SOCIETÀ STORICA Come Pisano, anche il fotografo Sandro Ruggiu, conosce per nome e cognome quasi tutti gli abitanti del quartiere. Il suo studio, aperto dal padre Mario negli anni '60, è un vai e vieni di persone. Ma Ruggiu è stato anche un calciatore della Johannes. «Ho 52 anni e ci giocavo quando ne avevo 14. È una società storica». Per queste ragioni è contrario alla condivisione del campo con altre associazioni. «Che trovino altri spazi dove sistemarle», conclude senza possibilità di appello.
UNA VITA NEL CALCIO Efisio Boi è pensionato ma la sua vita l'ha dedicata al calcio. Prima come calciatore dilettante, ora come allenatore della San Paolo. «Ho giocato per 45 anni», afferma, «e tante volte ho giocato contro la Johannes». Suo fratello Giuseppe, noto pescivendolo di San Benedetto, è stato anche il presidente della polisportiva dal '70 al '72. Di squadre, Efisio Boi, ne ha girate tante: dal Sant'Elia alla Ferrini, passando per la Stella Azzurra e il Villa San Pietro. E sa bene come realtà sportive storiche possano dissolversi in poco tempo a causa di scelte azzardate. «Non vorrei che entrassero altre società e poi man mano si appropriassero dell'eredità e del lavoro di tanti anni svolto dalla Johannes».
IL RIONE BISTRATTATO Più prudente è Carla Fanais, proprietaria dell'edicola di fronte all'ingresso del Santissima Trinità. «Se proprio dovessero arrivare altre società non dovrebbero compromettere la polisportiva», afferma l'edicolante, che ha visto tutti i suoi nipoti calpestare il campo di via Is Mirrionis. «Questo è un rione già abbastanza bistrattato, togliergli anche un punto di riferimento per tanti ragazzi sarebbe ingiusto».
L'ISTITUZIONE «Più che una società è un'istituzione». In poche parole Antonello Deidda, nato e cresciuto a Is Mirrionis, riassume il significato della polisportiva per il quartiere. «La Johannes ha sempre fatto di tutto per tenere occupati nel suo campo i ragazzi del rione, che hanno bisogno di stare uniti».
LA POLEMICA Forse un tempo. Almeno secondo Marcello Congia, 59 anni, entrato nella Johannes un anno dopo la sua fondazione, e uscito nel 1974, da campione regionale. Oggi è critico con l'attuale dirigenza: «La polisportiva deve avere una valenza sociale nel quartiere. E quindi puntare sul settore giovanile», spiega l'ex calciatore. «Invece non accade e così i bambini vanno altrove, dove c'è un ambiente migliore». Insomma, tutelare una delle istituzioni di Is Mirrionis va bene, a patto, però, che riacquisti il suo ruolo di fucina di giovani campioni.
MARIO GOTTARDI
04/01/2011