La polemica. L'assessore al Patrimonio chiede che i dirigenti della società calcistica rispettino le regole
«Non voglio cacciare nessuno». Dopo la presa di posizione degli abitanti di Is Mirrionis contro l'ipotesi di sfratto della polisportiva Johannes, storica società calcistica che opera nel rione dal 1967, l'assessore al Patrimonio Patrizio Mulas spiega la sua posizione e ribadisce: «Chi fa sport, come la Johannes, sa quanto sia importante seguire le regole, che devono essere rispettate da tutti. Anche da loro».
LA REPLICA Mulas tranquillizza gli abitanti del rione: «Nessuno ha la volontà di sfrattare nessuno, ma ci sono altre due società del quartiere che hanno chiesto quegli impianti per le loro attività». Per questo l'assessore ha chiamato i presidenti della “De Amicis” e dell'“Arsenal 2000” (le due società richiedenti) e la storica polisportiva per trovare una via d'uscita. «Ma la Johannes non si è presentata e ha risposto inviando una lettera del loro avvocato», ribatte Mulas, che sottolinea: «Mi ha chiamato l'ex moglie del presidente della Johannes, Giampaolo Dessì. Non capisco a che titolo. Non mi era mai capitata una cosa del genere».
SUBAFFITTO Il titolare del Patrimonio mette in guardia la polisportiva. «So che il sabato nel campo di via Is Mirrionis vanno a giocare altre squadre di altri campionati», racconta, «se si scopre che hanno subaffittato decadono automaticamente dal diritto d'uso di quel campo».
Mulas non si spiega il “muro” eretto dalla polisportiva nata nel '67, soprattutto considerando che «il campo è pagato da tutti i cittadini», ricorda l'assessore, che sottolinea: «Non ritengo di aver dato una risposta sbagliata dando spazio anche alla “De Amicis” e all'“Arsenal 2000”».
LA SOLUZIONE «Io vorrei che tutte e tre le società abbiano un contratto regolare. Non come ora, che non si sa a quale titolo la Johannes occupi il campo, di proprietà regionale e affittato dal Comune che lo ha dato in gestione alla Johannes». Ma, allo stesso tempo riconosce alla polisportiva il ruolo svolto nel quartiere. «Le abbiamo dato un “diritto di prelazione” nella scelta dei giorni in cui usare la struttura. Ma hanno risposto con un avvocato.». (m. g.)
06/01/2011