Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Premiati i campioni cagliaritani della boxe che fu

Fonte: L'Unione Sarda
7 gennaio 2011

Caesar's Hotel. Riconoscimenti a Franco Udella, Tonino Puddu e Marco Scano



Un premio per i campioni del ring degli anni '60 e '70, pugili che pur avendo appeso da tempo i guantoni al chiodo, sono rimasti nel cuore degli appassionati cagliaritani della nobile arte. A premiarli, martedì scorso al Caesar's Hotel, è stato Lino Bistrussu, presidente di Panathlon International Cagliari e consigliere comunale dei Riformatori. I grandi della boxe che fu si sono ritrovati per un dibattito che ha avuto come moderatore d'eccezione lo storico giornalista Rai Mario Guerrini, protagonista di tante telecronache da bordo ring.
«Dalla borgata all'Olimpo dello sport», questo il titolo suggestivo dell'incontro che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei cagliaritani Franco Udella, campione europeo e mondiale, nonché di Tonino Puddu e Marco Scano, indimenticati campioni europei. «Il pugilato, all'inizio, non mi piaceva proprio», ha raccontato nel corso del suo intervento Udella. «In realtà io volevo diventare un campione del pallone, ed ero anche bravo, ma l'altezza mi ha penalizzato, così mio padre mi ha iscritto in palestra: solo dopo qualche fuga e i primi incontri è nata la passione per questo sport». Una storia simile a tante altre in una Sardegna che in quegli anni si affacciava faticosamente nella modernità.
Dalla borgata ai grandi ring: un percorso comune per Udella, nativo di Sant'Elia, e per Puddu e Scano, originari di Villanova, quartiere che con le sue palestre di via San Giacomo e via Giardini, vere fucine di campioni, ha regalato tantissimo alla boxe sarda e non solo. «I pugili diventavano gli idoli del quartiere, acclamati e ben voluti, eravamo come degli eroi popolari», ha raccontato Puddu, che nel 1965 si laureò campione del mondo militare a Monaco di Baviera nella sua categoria di peso. «E poi avevamo anche un grande seguito, un gruppo di amici andò in bicicletta fino a Decimoputzu per vedere un mio incontro». E il doping? «In Sardegna non esisteva - ha spiegato il boxeur -, ma ricordo quando, prima della finale mondiale di Los Angeles nel 1973, il mio manager mise qualcosa, forse una droga, nel termos dell'aranciata: non riuscivo più a muovere le gambe, e persi il titolo». Oggi però la qualità del pugilato sardo è scaduta, come ammette lo stesso Puddu. «Ed è una cosa che dispiace, perché è una scuola di vita che insegna la lealtà e il rispetto dell'avversario».
FRANCESCO FUGGETTA

07/01/2011