Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In seicento al pranzo di solidarietà

Fonte: L'Unione Sarda
7 gennaio 2011

L'appuntamento organizzato dal Comune nella Casa per anziani di Terramaini

Tante storie diverse accomunate dalla necessità di aiuto

A tavola immigrati, anziani senza lavoro, pensionati, giovani disoccupati, donne sole.
Ci sono gli immigrati clandestini e chi vive nelle case popolari. Ci sono anziani disoccupati da anni e chi, pur giovane, un lavoro l'ha perso e non ne trova altri. Ci sono tante persone con problemi mentali e chi è sano ma sopravvive solo di una piccola pensione. C'è chi ha deciso di unirsi ad altri amici e trascorrere una giornata diversa dalla solita routine fatta di solitudine. Ci sono i nonni e i loro nipotini. Soprattutto c'è tanta umanità nel pranzo di solidarietà organizzato dal Comune nella Casa di riposo di Terramaini per le persone in difficoltà.
I GEMELLI Mentre gli anziani che vivono nel centro sono seduti sulle panchine del giardino a prendere il sole, che nella giornata di ieri ha fatto salire il termometro a 16 gradi, gli ospiti fanno la fila davanti alla palestra adibita a mensa. Tra i più spigliati c'è Pietro, 39 anni e 12 fratelli, di cui un gemello. Soffre di una forte depressione ed è in cura al centro di igiene mentale. Ma il disturbo non gli impedisce di vivere autonomamente, con una piccola pensione, in una casa dello Iacp e accudire il fratello, cinquantenne, che vive con lui e soffre di una grave forma di epilessia e di psicosi cronica. La loro madre, morta nel 1984, di gemelli ne ha avuti 7, chiaramente non tutti insieme. Pietro a 9 anni è stato adottato da una famiglia di Silanus ma nel 2000, dopo vent'anni vissuti con i suoi genitori adottivi, decide di tornare a Cagliari, a cercare i suoi fratelli. «Non puoi togliere un bambino alla famiglia naturale», afferma.
CLANDESTINI Circa 600 persone si accomodano nei tavoli apparecchiati dal personale della casa di riposo. Arrivano anche l'assessore ai Servizi sociali Anselmo Piras e la dirigente d'area Ada Lai, che assieme alla direttrice della casa di riposo, Lara Corona, prendono posto in un tavolo. Vicino a loro c'è Fatima Kouchrad, mediatrice culturale nata in Marocco 39 anni fa ma cittadina italiana. È venuta con marito e figli per fare compagnia ad un'altra famiglia araba, sbarcata nell'Isola il 23 settembre da una carretta del mare. «Sono scappati dalla miseria», afferma mentre sorride alla coppia: 37 anni lui e 32 la moglie con tre bimbi di 7 mesi, 9 e 10 anni. «Vivono in una casa-albergo comunale e stanno aspettando il permesso di soggiorno». I servizi sociali del Comune hanno anche nominato un avvocato per seguire la loro pratica.
I DISOCCUPATI Rossano Melis è un disoccupato di 44 anni dal sorriso sornione. Nel 2001 torna dalla Germania per la morte della madre. «Sono andato a lavorare a Brescia ma mia sorella ha venduto la casa dove vivevo con mio padre, che ho accudito per quattro anni. Quando son tornato mi son trovato per strada». Da allora solo lavori saltuari. «Vivo in uno sgabuzzino con la mia compagna». Mentre Angelo Frau, 63 anni, viveva in una casa abusiva e vendeva esche in viale La Playa. «Di trimuliggione non ce n'è più», sottolinea. Senza lavoro da tempo, ora alloggia nel Centro Giovanni Paolo II con la moglie malata.
LE AMICHE Vive sola con una piccola pensione Maria Bonaria Sorrentino, classe 1931. «Son qui per stare in compagnia», afferma. In effetti siede con le amiche. Come Maria Giagoni, vedova settantanovenne dal sorriso contagioso, accompagnata dalla sorella Angela di 84 anni o Ines Concas, 64 anni, che vive con 7 figli e un nipote in via Schiavazzi. «Sto ancora aspettando la pensione da casalinga», ricorda. Con loro anche Antonella Mascia, divorziata, che abita in una casa del Comune e percepisce solo 410 euro che le passa il marito. Appena arrivato si ferma con loro a fare una foto il sindaco Emilio Floris, che ha donato le pigotte dell'Unicef ai più piccoli, a cui ha pensato anche la Polizia municipale. Gli agenti sono arrivati in uniforme e con un sacco di doni.
MARIO GOTTARDI

07/01/2011