L'inchiesta. Eliminate dalla legge Finanziaria statale, potrebbero sopravvivere grazie al Consiglio regionale
Nel 2011 spariranno, ma c'è chi lavora per salvarle
I primi a dire che «con questi poteri è meglio chiudere» sono proprio loro, i presidenti di Circoscrizione. Non tutti ovviamente, perché nella stessa squadra c'è anche chi sostiene che le assemblee di quartiere siano delle ottime «palestre di politica» e che siano l'istituzione «più vicina ai cittadini». Tutto vero.
Comunque sia, la legge finanziaria del 2009 non lascia molte scelte: con le prossime elezioni amministrative, si chiude. Anche se l'ultima parola non è detta, per due motivi: il primo è che la Regione potrebbe far valere la propria autonomia e varare una legge salva circoscrizioni. Ovviamente, prendendosi in carico il pagamento di gettoni e indennità per i componenti dei parlamentini. In Consiglio regionale da qualche mese sono stati depositati due disegni di legge. Uno firmato da consiglieri del centrodestra, uno da quelli di centrosinistra. A dimostrazione di quanto l'argomento sia bipartisan. La seconda ragione è la nascita di un movimento - rigorosamente trasversale -, di politici che chiedono di fare marcia indietro. L'assessore al Decentramento Giorgio Adamo parla delle Circoscrizioni come «una finestra per il cittadino» e «un anello di congiunzione tra la città e il Palazzo». I costi? «Sono irrisori e non incidono sul bilancio». Il consigliere Claudio Cugusi ha pubblicato sul proprio blog un appello, dove propone di «salvare le circoscrizioni e affidare loro poteri reali su verde pubblico e piccole manutenzioni. Oltre ovviamente a potenziare il decentramento amministrativo». Ma quanto spende il Comune per quelli che fino a pochi anni fa si chiamavano (anche se con nette differenze) Comitati di quartiere? Nel 2009 Palazzo Bacaredda ha pagato 39.100 euro per i gettoni di presenza in consiglio e nelle varie commissioni. Più 21.400 euro di indennità ai 6 presidenti, nonostante 3 percepissero (per via di altre cariche) uno stipendio ridotto. Nel 2010 ai 114 consiglieri sono andati 13.600 euro e ai presidenti 33.550 euro, visto che nel frattempo i 3 «a indennità ridotta» hanno ripreso a incassare il gettone pieno.
MICHELE RUFFI
08/01/2011
centro storico L'opinione di Gianfranco Carboni
«Sono una palestra per i giovani politici»
«Le Circoscrizioni non devono essere cancellate. Non ci sono più i partiti a far scuola, dunque le assemblee devono essere interpretate come una palestra», dice il presidente della Circoscrizione uno Gianfranco Carboni. E pagare 114 consiglieri, quasi completamente privi di poteri, non sarebbe uno spreco: «Gli organi di decentramento costano poco. E le spese si potrebbe ridurre ulteriormente, magari portando a 12 il numero totale dei consiglieri».
Ma oltre al costo, ridotto rispetto al passato, c'è la questione delle deleghe. Per ora, i parlamentini si differenziano poco dai vecchi Comitati di quartiere. Sono luoghi di discussione, dove però non si possono prendere decisioni incisive. «I risultati dell'ultima consiliatura? Il traguardo più importante è l'aver bloccato il progetto di via Cammino nuovo, quello delle scale mobili e degli ascensori. Non eravamo d'accordo, e anche gli abitanti di Castello erano contrari». Ora però adesso la giunta comunale vuole riproporre l'idea: verrà realizzato il parcheggio di via Cammino nuovo e in futuro - questo l'indirizzo della commissione urbanistica - la meccanizzazione potrebbe essere realizzata, anche se con soluzioni diverse da quelle concepite in origine. Altri risultati? «Abbiamo cominciato a introdurre il concetto di pedonalizzazione. Ma abbiamo anche rimpianti: non siamo riusciti a fare quello che avevamo in mente per Castello». ( m.r. )
08/01/2011
Mulinu Becciu La proposta di Simone Crisponi
«Ridurre il numero dei parlamentini»
Cagliari ha cinque Circoscrizioni e una Municipalità, per 156 mila abitanti. A Roma, dove queste ultime sono una realtà amministrativa che influisce sulle decisioni del Campidoglio, i «Municipi» rappresentano territori grandi quanto il capoluogo, magari più popolosi.
«È vero: ecco perché sarei favorevole a una riduzione delle Circoscrizioni. Ma solo in previsione di un aumento dei poteri». Simone Crisponi è il presidente del terzo parlamentino, quello di Mulinu Becciu.
E si dice «contrarissimo alla loro chiusura», oltre che dispiaciuto «perché a Cagliari non hanno mai avuto l'importanza che meritano. Ma di questo si accorgeranno i politici quando chiuderanno». Le argomentazioni dei detrattori non sono sufficienti: «Si confondono i costi della politica con quelli della democrazia. Io parlo coi cittadini tutti i santi giorni, è un rapporto diretto e costante. Purtroppo non ci hanno mai dato gli strumenti per lavorare. Non ho neanche il cellulare di servizio».
Il traguardo più importante? «Poter realizzare la caserma dei carabinieri al posto dell'ex sede della Circoscrizione, in via Cinquini. Stava diventando un centro di spaccio». Dice che si batterà perché le assemblee continuino ad esistere, magari eliminando i difetti del passato. «Dovevamo avere il potere di incidere, non solo di essere portavoce dei cittadini. In questi anni abbiamo fatto da mediatori tra loro e il Comune». ( m.r. )
08/01/2011
Quartiere del Sole e Sant'Elia L'ammissione di Paolo Truzzu
«Risultati importanti? Neanche uno»
Paolo Truzzu non si nasconde: «All'inizio della consiliatura avevamo in programma progetti per quaranta milioni di euro. La passeggiata del Poetto, il lungomare di Sant'Elia e il suo porticciolo. E invece di tutte queste idee non ho visto niente». Il presidente della Circoscrizione cinque - La Palma, Quartiere del Sole, Sant'Elia, e Poetto - elenca i progetti che (per ora) sono rimasti lettera morta. Truzzu, che non si candiderà al Consiglio comunale, spiega: «Se si vogliono salvare i parlamentini, bisogna farlo delegando loro i poteri. Allo stato attuale, è meglio chiuderle. Servono a poco».
Il risparmio però, dovrebbe partire dall'alto: «Se le eliminano per ridurre i costi della politica, dovrebbero tagliare anche gli altri costi, ben più importanti. È l'istituzione più vicina ai poveri cristi, che vengono a bussare qui senza conoscere chi è il presidente o il consigliere». Il traguardo più importante? «Mi sarebbe piaciuto dire: la rotatoria di piazza Amsicora. Ma non è stata realizzata neanche quella». ( m.r. )
08/01/2011
pirri L'appello di Antonio Melis
«La Municipalità non deve scomparire»
«La Municipalità, almeno sulla carta, era diversa dalle Circoscrizioni. Ma non lo ha capito nessuno. Se lo avessi saputo prima, avrei provato a fare il consigliere comunale». E Antonio Melis, presidente della Municipalità di Pirri, aveva tutte le potenzialità per farlo, visto che nella sua carriera politica è stato anche presidente del Consiglio comunale. In questi cinque anni ha portato avanti una battaglia contro i mulini a vento: «Lo statuto ci dà poteri ampi, ma il Comune non ce li ha mai voluti delegare. L'unica vittoria è stata quella degli uffici decentrati dell'Urbanistica».
Il risultato più importante? Melis è sincero: «Non ne abbiamo avuto». Poi corregge il tiro: «Forse è stato il passaggio a livello di via Ampere». Negli ultimi mesi di mandato, lavorerà per salvare il decentramento. O almeno la Municipalità: «Il sindaco, su mia sollecitazione, ha chiesto al ministero dell'Interno se anche noi dovremo chiudere. Ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Spero che almeno ci salvi la Regione: Pirri deve avere un'autonomia». ( m.r. )
08/01/2011
San benedetto, cep e Fonsarda Parla Alessandro Sorgia
«A queste condizioni è meglio chiudere»
«Meglio chiudere». Certo, Alessandro Sorgia oltre a essere presidente della Circoscrizione quattro, quella di San Benedetto, Cep e Fonsarda, è anche consigliere provinciale. Ma la sua opinione non è dettata dall'opportunismo: «Se dovessero continuare ad avere questi poteri, cioè nulli, è meglio eliminarle. È ovvio che se gli enti superiori dovessero decidere di concedere più deleghe, il discorso cambierebbe. Ma allo stato attuale...».
I costi? «Sono limitati». Sicuramente sono stati ridotti durante l'ultimo anno e anzi, alcuni consiglieri sono stati costretti a restituire una parte delle indennità ricevute.
La Finanziaria del 2008 aveva ridotto i gettoni, ma la circolare della dirigente del Decentramento arrivò in ritardo. Dunque molti presero più di quanto dovuto. E nell'ultimo anno, dopo l'entrata in vigore della riduzione, Sorgia ha dovuto fare i conti con un ostacolo in più: «Trovo grandi difficoltà a convocare il Consiglio, perché senza compensi nessuno vuole partecipare. Ho dovuto adottare il sistema della seconda convocazione, non mi era mai successo».
Il risultato più grande ottenuto dalla Circoscrizione quattro? «Siamo riusciti a collegare, per tre volte alla settimana, piazza Pitagora con il mercato di San Benedetto. Sembra una cosa di poco conto, ma tra gli abitanti del Cep era molto sentita». ( m.r. )
08/01/2011
Sant'Avendrace Il presidente Antonio Puddu
«Il taglio delle spese? È solo una scusa»
Le Circoscrizioni significano soprattutto servizi sociali. E non è un caso che Antonio Puddu, presidente della numero 2, citi proprio questo argomento come uno dei risultati più importanti raggiunti negli ultimi cinque anni: «Abbiamo avuto la possibilità di trasferire l'ufficio nella scuola Alagon. Prima le assistenti lavoravano in una stanzetta nella nostra sede». Traguardi comunque minimi, che però non giustificano la decisione, che Puddu definisce «completamente sballata». Il motivo: «La scelta è stata giustificata con il taglio alle spese. Ma per mantenere le Circoscrizioni bastano pochi soldi. I presidenti prendono al massimo 380 euro al mese. Basta lo stipendio di un consigliere regionale per pagare tutti i parlamentini per un anno». E se proprio la legge in Consiglio regionale non dovesse passare, «che almeno lascino le sedi aperte, con gli impiegati: sono delle valvole di sfogo importanti per i cittadini». L'utilità maggiore, per Puddu, è proprio questa: «Il rapporto diretto con gli abitanti dei rioni. Chi abita a Mulinu Becciu non deve essere costretto ad andare in via Sonnino o in via Roma. Abbiamo lottato tanto per ottenere i servizi sociali decentrati. Se vengono abolite le Circoscrizioni, la competenza dovrebbe tornare negli uffici centralizzati». Comunque, il presidente precisa: «Noi non vogliamo gestire i soldi ma fare scelte: decidere quali sono le strade da asfaltare, ad esempio». ( m.r. )
08/01/2011