Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il piano particolareggiato degli antichi quartieri ritorna in commissione

Fonte: La Nuova Sardegna
10 gennaio 2011

Il documento deciderà il futuro di 35 «vuoti urbani» Gli ambientalisti: non servono nuove costruzioni
CAGLIARI. Molti in consiglio comunale sono già proiettati sulle prossime elezioni comunali (per essere di nuovo in lista o per capire meglio che cosa fare da grande). Ma di fatto l’attività assembleare prosegue. Sul tappeto, da approvare in Consiglio, diversi argomenti. Tra questi ci sarà il piano particolareggiato del centro storico e la determinazione del valore delle aree edificabili.
La commissione consiliare all’Urbanistica inizierà a discutere del piano particolareggiato venerdì prossimo, poi si passerà al valore delle aree edificabili. Entrambi problemi determinanti per il futuro urbanistico della città. Gli indirizzi del piano erano stati approvati quasi due anni fa. Poi sono entrati nel dimenticatoio, anche perchè il Comune non aveva predisposto l’adeguamento del Puc (il piano regolatore) al Ppr (il piano paesaggistico regionale). E questo bloccava tutto.
il «particolareggiato» regolerà i cosiddetti «vuoti urbani» (in parte derivati dai bombardamenti del 1943) che si trovano nei vecchi rioni. Un fatto non da poco e che rimette in gioco quasi ottantamila metri quadrati (79.960) visto che molti di questi sono considerati «ambiti di trasformabilità» dagli indirizzi del piano. Molte di queste aree vengono infatti considerate edificabili per sia per il «ripristino della continuità edilizia», che per la «ricostruzione del tessuto urbano».
Da tempo le associazioni ambientaliste puntano a limitare la realizzazione di nuovi edifici urbani a favore di un recupero dell’esistente. Secondo l’ultima rilevazione dell’Istat vi sono in città circa settemila e ottocento appartamenti sfitti ma, stando a delle indagini ancora ufficiose, gli alloggi liberi sarebbero quasi tredicimila. A questo punto la domanda è d’obbligo: a che servono nuove costruzioni, non sarebbe meglio puntare al recupero?
Il piano particolareggiato del centro storico divide gli antichi rioni in tre tipologie: gli «ambiti di trasformabilità» (i più numerosi), i luoghi della «memoria» e gli elementi spaziali di interconnessione (quelli strategici, da lasciare alla fruizione collettiva). In tutto si tratta di trentacinque «vuoti urbani», alcuni anche molto ampi. Ed è proprio sul modo di intendere il loro utilizzo futuro (spazio pubblico e socializzabile o «ripristino della continuità edilizia») che si scontrano due modi di considerare il centro città (e che saranno argomento di discussion anche in commissione). Da qui la richiesta di un recupero degli antichi rioni, fatto con intelligenza e senza nuove costruzioni.
Sulla determinazione del valore delle aree edificabili (che vanno da San Lorenzo alla zona centralissima dell’ex azienda «Marino Cao) si apre un altro capitolo che, tra le altre cose, riguarderà anche la determinanzione dell’Ici e, di conseguenza, pssiblità di nuovi introiti per il Comune.