Il maratoneta. I praticanti sono in aumento ma non esistono percorsi adeguati
CAGLIARI. Lucio Cao è uno dei tanti che a Cagliari corrono, corrono e ancora corrono. Non lo fanno solo per diletto ma perchè fa bene. Ma per farlo in sicurezza bisogna andare per strada al mattino: «È bellissimo passare per le strade di Castello, costeggiare il Ghetto, arrivare all’Università quando la città dorme ancora». Ma se si sgarra solo di un’ora allora diventa tutto più difficile. Già, la passione per la corsa ha contagiato negli ultimi anni un numero sempre maggiore di cagliaritani ma le possibilità di percorsi sicuri si sono ridotte. Così può capitare di correre il rischio di essere arrotati mentre si passa al Poetto o di ingaggiare una battaglia quotidiana con le auto nelle zona dell’ospedale Marino. «L’ora di pranzo è la più pericolosa. La sera? Se non ti metti qualcosa di colorato sei a rischio. Forse solo a Terramaini sei tranquillo», ammette Lucio Cao. E allora? Basterebbe organizzare qualche percorso in più dove correre o anche solo sgranchirsi le gambe. Gli appelli al Comune? Nel vuoto. «Ma deve essere messa nel conto anche l’organizzazione di qualche gara-evento - ricorda il maratoneta cagliaritano - La 42 chilometri di Cagliari è ritornata tra gli appuntamenti sportivi cittadini ma che fatica: pensate cosa costa organizzare una gara al Poetto, si rischia la rivoluzione: con pochi accorgimenti e buona volontà si potrebbe fare di più. La civiltà sportiva di una città si misura dalla partecipazione e i cagliaritani per una maratona sono costretti ad emigrare». (ad)