Come cambiano la vita e i consumi degli adolescenti nelle storie delle studentesse del liceo
Al sabato vestitino dei cinesi e tacchi alti per una «movida low cost»
Ai primi posti nella scala dei valori restano il lavoro, la famiglia e avere dei figli
BETTINA CAMEDDA
CAGLIARI. Regola numero uno: non rinunciare al divertimento. Costi quel che costi. E oggi divertirsi costa tanto. Non è indispensabile, è vero, ma aiuta a vivere. Così i giovani, gli uomini e le donne di domani, sfidano la crisi in una delle società più controverse e consumistiche dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri hanno sempre meno possibilità.
È la società degli opposti costretti a convivere nella speranza che un giorno si attraggano e le differenze eccessive diventino solo diversità da conoscere ed amare proprio perché imperfette. Scuola pubblica contro scuola privata, genitori divorziati contro i genitori perfetti delle pubblicità, scarpe Hogan contro scarpe dei “cinesini”, locali “in” contro locali kitsch, musica rock contro musica pop. Loro sanno cosa va di moda e cosa no. Conoscono i centri commerciali come le loro tasche: sanno dove trovare lo stesso modello di vestito ad un prezzo più accessibile e quali locali e pub lasciano entrare gratis e offrono consumazioni ad un costo “quasi” normale. Il sabato sera vestitino e tacchi alti o leggins per le ragazze; camicia rigorosamente a maniche lunghe per i ragazzi. A scuola jeans e scarpe da tennis.
In un mondo di contraddizioni aggirano l’ostacolo quasi fosse un’interrogazione di matematica e tra i libri di inglese e i versi di Petrarca, i giovani, trovano ancora lo spazio per sognare un po’. E basta poco per scoprire che sotto quella ruvida e colorata corazza si nascondono, o meglio proteggono, i valori e gli ideali di sempre. Un lavoro, una famiglia, dei bambini.
Desideri che nei giovani sopravvivono all’incertezza del domani e prepotentemente si fanno spazio tra scelte obbligate e la paura del futuro. Come per Jessica M., 21 anni e lunghi capelli neri. «Studiavo all’Istituto Eleonora d’Arborea, indirizzo scienze sociali, poi un anno fa ho lasciato - spiega Jessica - non mi impegnavo a sufficienza e in casa non possono permettersi di spendere soldi così». La mamma fa la badante, il padre invece è responsabile di sala in un albergo. Il lavoro va e viene e le entrate sono sempre troppo poche. «Il mio budget è limitato quindi le poche volte che posso fare acquisti vado da Zara, Piazza Italia, da Oviesse, nei centri commerciali e anche dai cinesini».
Coniugare un buon prezzo al buon gusto resta sempre il vero segreto soprattutto per chi non può permettersi di acquistare più capi per volta. «Una borsa così come le scarpe devono durare quindi evito di comprare oggetti dai colori sgargianti che passano di moda - spiega Martina, 18 anni, studentessa del Liceo Artistico, mamma casalinga e papà operaio - con i colori neutri si va sul sicuro. Forse esagero con gli orecchini, a casa ne ho tantissimi ma li compro da “Tutto a 1 euro” o nei centri commerciali. Qualche volta si va dai “caddozzoni” però 5 euro per un panino è troppo». Fa un’espressione buffa Martina poi si fa di nuovo seria: «A casa devono pensare anche a mia sorella di 12 anni e ci sono già troppe spese con la scuola e i libri di testo, fortuna che il Comune di Selargius da’ un piccolo rimborso per i libri. Spero di partire il prima possibile e trovare un lavoro per non pesare sui miei genitori». Partire continua ad essere il primo desiderio di molte giovani, come per Federica, 24 anni, studentessa del Liceo “De Sanctis” indirizzo psico-pedagogico. «Voglio arruolarmi nell’esercito e partire fuori dalla Sardegna. È un lavoro che mi piace e soprattutto ti da’ la sicurezza economica che altri lavori non offrono a tempo indeterminato». Federica appare decisa e forte: figlia di genitori separati da quando ancora era una bambina, madre casalinga e padre in pre-pensionamento, conosce bene i sacrifici ma come tutte le ragazze della sua età ama divertirsi: «Esco con le amiche ma solo il fine settimana. Qualche volta andiamo a mangiare a “La cantina”, da “I due amici Inn” oppure si va al pub da “Fogors” o al cinema, al Cinecity o CineWorld. Per gli studenti il costo del biglietto è ridotto, 4.50 euro anziché 8. Poi con la carta del Comune abbiamo degli sconti in alcuni negozi e librerie anche se poco. Purtroppo hanno aumentato il costo degli abbonamenti per gli autobus e oltretutto non sono validi per l’estate». Spostarsi per Cagliari e tra i vari locali e negozi diventa così più difficile per chi non ha un’auto e conta solo sui servizi pubblici. «Di solito per fare acquisti andiamo in via Manno e via Garibaldi ma soprattutto nei centri commerciali - spiegano Martina, Alessia, Anna, Jessica, Maria, studentesse anche loro del De Sanctis - la roba carina e a buon prezzo riusciamo a trovarla da Zara, Terranova, Oviesse. Poi i prodotti per il viso o i trucchi li acquistiamo dall’Avon o da Kiko». Anche Jessica R., come Federica, è figlia di genitori separati: «Non stanno più insieme da un anno quindi devo ancora abituarmi. Mia madre sta cercando un lavoro part-time anche perché mio padre non vuole passarci gli alimenti quindi non viviamo una situazione facile. Spero un giorno di fare l’insegnante e di avere una famiglia mia. Mi piacciono i bambini». Una generazione costretta a crescere troppo in fretta, che spesso paga gli errori degli adulti ma che ha ancora sogni da coltivare.
Locali e discoteche accessibili al tempo della recessione
Alla musica e a ballare non si rinuncia ma a condizione che tutto sia rigorosamente sotto costo
CAGLIARI. Musica e divertimento sono gli ingredienti segreti per il perfetto fine settimana dei giovani. Spesso però locali aperti dall’una fino alle 6 del mattino e costi accessibili non vanno di pari passo. Tra coloro che non vogliono rinunciare alla musica inizia così la folle corsa alla ricerca dei locali alla moda ma “low cost”.
«Ci piace ballare anche perché così riusciamo a scaricare la tensione - raccontano Anna, Martina e Jessica del De Sanctis, tutte 18enni - spesso andiamo in gruppo così si spendiamo in tutto 200 euro però abbiamo il privè a disposizione». Tra i locali più in voga l’Invidia e il Donegal dove si paga soprattutto il costo delle consumazioni che varia dai 5 ai 6 euro a seconda di quello che si beve. Si sale di prezzo per gli alcolici ma la birra va per la maggiore. «Piuttosto che comprare nei locali - sorride Martina L. - mi porto la busta da casa poi rimaniamo fino alle 6 del mattino ma solo il sabato». Uno dei rari benefici che spettano alle ragazze in alcuni locali è l’entrata gratis e se sei tra le fortunate “in lista” non devi attendere per entrare: «Quando siamo in lista all’Invidia non paghiamo neanche l’ingresso - racconta Jessica M. - se però arrivi entro l’1.15, altrimenti i ragazzi pagano 15 e le ragazze 10 con una consumazione». Per quanti esagerano con il bere alcuni paesi hanno messo a disposizione dei ragazzi un bus che li accompagna a casa e consente loro di non spendere per la benzina.
«In via San Giovanni ci sono tantissimi locali - spiega Giuseppe, 17 anni, studente del Liceo Artistico - al Magnolia spesso organizzano delle serate a tema con ingresso a 3 euro e tanti concerti dal vivo. Poi c’è il Bodie Art dove si fanno le serate a tema anche di Steampunk, ci si traveste in stile Londra vittoriana e con addosso strumenti tecnologici però alimentati a vapore anziché ad energia elettrica».
Giuseppe, appassionato di hip-hop e writing, non disdegna neanche l’F.B.I. a Quartu: «Da poco sono andato alla serata Golpe organizzata da J.D.Tiki e Diablo dei Sikitikis. Per entrare solo 3 euro. D’estate poi andiamo ai baretti del Poetto come il Corto Maltese e il Calypso. Peccato che ora debbano buttare giù tutto».
B.C.