FIERA. Gli standisti: prezzi alti. Il direttore: «Vendite in calo? C'è la crisi»
Gianni Biggio: «Ma servono prodotti di qualità»
Vedi la foto Se ti chiedono l'età devi dire che hai undici anni e mezzo . «Ma, mamma, si vede che sono più grande». Le ultime raccomandazioni di Marisa Cossu al figlio: è arrivata alla Fiera insieme al marito e due figli. Ha strabuzzato gli occhi davanti al cartello con i prezzi dei biglietti. «Siamo venuti da Villacidro perché i nostri due figli volevano assolutamente visitare la fiera. Hanno 14 e 13 anni: se dovessimo pagare quattro biglietti interi, saremmo costretti a tirare fuori 24 euro. Benzina, “mancia” ai parcheggiatori, qualche gioco per i bambini, un gelato: alla fine, questa gita ci costa un centinaio di euro».
LE PROTESTE Alla fine, il giochino riesce. Nessuna carta d'identità: anziché 24 euro, la famiglia Cossu ne spende 19. È andata bene (si fa per dire). All'interno del recinto fieristico, la strana alleanza: visitatori e standisti dicono esattamente le stesse cose. «Quando c'è una crisi», si lamenta Roberto Atzori, artigiano specializzato nei marmi, «un'azienda riduce i prezzi per richiamare più clienti. L'Ente fiera ha fatto il contrario». Con risultati negativi. «Vengo qui da 20 anni. Le cose non sono mai andate così male: il 1° maggio, in passato, c'era un muro umano. Questa volta quel giorno sembrava un normale sabato di qualche anno fa».
LE SPESE La gente sta attenta anche al prezzo del biglietto. «Eppure», riprende Atzori, «siamo noi che paghiamo per loro. Gli stand costano. E non poco». A fare i conti ci pensa Sabina Zicconi nello stand di Aquanova, azienda che vende depuratori. «Solo il gazebo ci è costato 12 mila euro. Poi, abbiamo pagato lo spazio altri 5 mila». Zicconi è furibonda. «Non possiamo neanche far entrare i nostri clienti: ci chiedono di acquistare i biglietti per gli espositori. Costano 3 euro e li vendono solo a blocchi di dieci».
LA RIFLESSIONE Le proteste riguardano grossi standisti e piccoli operatori. Massimo Secci, distributore di materassi di alta qualità, ha preso tre stand. «Da commerciante», spiega, «so che, in momenti di crisi, devono essere fatti investimenti. Io lo faccio, giro per le fiere, cerco di tenermi aggiornato. L'Ente fiera che vende questi spazi non fa altrettanto». E il calo si tocca con mano. In tutti i settori. «Siamo a meno 40 per cento», dice il gestore di una giostra. Vuole restare anonimo. E non fa il suo nome neanche l'operatore di una gelateria. «Vengo qui da 30 anni. C'è solo una cosa buona quest'anno: non sono aumentati i costi dei box. Ma i miei affari sono scesi del 60 per cento».
IL PRESIDENTE Le proteste rimbalzano, non potrebbe essere altrimenti, anche negli uffici dell'Ente fiera. E irritano non poco il presidente Gianni Biggio. «Per quanto mi riguarda», dice, «il biglietto potrebbe anche essere gratis. Ma c'è un bilancio che non dipende da noi ma dalla Camera di commercio». Il calo degli affari non è, secondo Biggio, legato al costo del biglietto. «Gli operatori devono preoccuparsi di vendere prodotti di qualità e non devono prendere in giro la gente. Tra l'altro, all'ingresso c'è anche il mercato nero dei biglietti. E sapete da dove vengono? Sono i biglietti venduti dagli espositori». Un attacco durissimo, concluso da una considerazione. «Me ne sto andando, verrà qualcuno che risolverà i problemi meglio di me».
IL DIRETTORE Più diplomatico è il direttore dell'Ente Benedetto Etzi. «Proprio qualche minuto fa», racconta, «ho avuto un incontro con gli espositori su questi problemi. Li capisco ma il calo degli affari non è legato al costo del biglietto». È una crisi generale, sostiene Etzi. «Il trend riguarda tutto il sistema fieristico nazionale: il calo di affari e visitatori è intorno al 30, 40 per cento». C'è, comunque, da intervenire. «Per la prossima edizione stiamo pensando a una serie di innovazioni per renderla più appetibile: faremo investimenti. Ma occorre anche il sistema fieristico regionale venga regolamentato».
Marcello Cocco