Proposte e strategie per attirare più turisti negli scali del sud Sardegna
STEFANO AMBU
CAGLIARI. Turismo dal mare per fare crescere Cagliari e il sud Sardegna. Ma i numeri dicono che per sfondare bisogna fare molto di più: circa duecento le imprese del settore nautica e cantieristica (costruzione, manutenzione, commercio) nel territorio dell’ex Provincia di Cagliari secondo i dati forniti dall’Assonautica. E pochi posti barca, 4705: soprattutto se le cifre si confrontano a quelle degli scali del nord Sardegna, 7579. La speranza si chiama piano regolatore del porto. A Cagliari 2500 posti barca contro i 770 attuali. E distretto della nautica: l’Autorità portuale è già stata contattata da diversi importanti gruppi del settore. E molti operatori potrebbero approdare al Porto Canale. L’ istruttoria per il primo lotto del distretto è già stata avviata. E il 27 giugno, cioè fra pochi giorni, ci sarà un fondamentale passaggio in Comitato Portuale per dare il via all’appalto. Tradotto in tempi: fra un anno e mezzo il progetto potrebbe essere già realtà. Questo è il futuro. Ma bisogna prepararsi alle nuove sfide con uno spirito che, secondo gli operatori, forse adesso ancora non c’è. Soprattutto se si confronta il sud Sardegna con altre realtà del Mediterraneo. Malaga su tutte, secondo il presidente di Assonautica Salvatore Plaisant: «Lì - ha spiegato ieri mattina alla Camera di Commercio (c’erano anche il presidente Giancarlo Deidda, il prefetto Giovanni Balsamo, il comandante della Capitaneria Giuseppe Mastroianni e l’assessore provinciale al Turismo Piero Comandini) nel corso della presentazione della Staffetta nautica per i festeggiamenti del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia - sanno parlare molte lingue. Non solo l’inglese: trovare persone che conoscano il tedesco, ad esempio, è facilissimo. Ecco, in generale, direi che qui manca il sorriso. E per sorriso intendo quel tipo di accoglienza che fa sentire il turista che arriva con la barca perfettamente a suo agio al momento dell’approdo nelle nostre coste. Ma sono fiducioso: abbiamo spazio per crescere». Un turista da coccolare. Ospitalità sì, ma anche economia. «Il visitatore che arriva in barca - ha sottolineato l’assessore al Turismo della Provincia di Cagliari Piero Comandini - spende circa il sessanta per cento in più del turista che arriva senza barca».
Il futuro, quello tracciato sul nuovo piano regolatore del porto, disegna i presupposti per una rivoluzione copernicana. Con barche di proprietari di mezza Europa. I posti barca saranno complessivamente, lungo tutto l’arco dello scalo ad eccezione della zona di via Riva di Ponente e dei Moli Ichnusa e Garau, circa duemilcinquecento. Contro i circa settecento attuali.
Il grosso delle barche sarà concentrato nella zona di Su Siccu, davanti a Bonaria. Là troveranno spazio anche dieci stalli per mega-yacht tra i cinquanta e i centotrenta metri. «Una trasformazione importante - spiega il presidente dell’Authority Paolo Fadda - capace di cambiare l’economia e di creare posti di lavoro. Un porto che ospiterà le imbarcazioni non solo dei cagliaritani, ma di proprietari provenienti da tutta l’Europa, anche grazie al vicino aeroporto». Per quanto riguarda il discorso Porto Canale, il bando riguarda il primo lotto del Distretto della nautica. Per il secondo, opere a mare per l’assistenza dei natanti, occorre la Valutazione di impatto ambientale della Regione: la procedura è già in corso.
Una possibile svolta potrebbe arrivare da un patto tra i quindici porti del Sud Sardegna. Una necessità sottolineata sia dalla Assonautica, sia dalla Provincia. «Serve maggiore comunicazione - ha spiegato Comandini - tra i porti. Per uno sviluppo non solo turistico, ma anche manufatturiero. E’ importante che gli scali siano collegati bene anche al resto del territorio».