Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tuvixeddu, ricomincia la guerra

Fonte: L'Unione Sarda
27 agosto 2008

Strappo del sindaco: annuncia che non partecipera alla riunione indetta della Regione e convoca il Comitato di vigilanza

Floris: «Soru vuol cedere ai privati beni del Comune»
La guerra si era solo interrotta. Ora sul colle di Tuvixeddu si ricomincia a combattere, nonostante due sentenze di Tar e Consiglio di Stato abbiano dichiarato - apparentemente - i vincitori.
La guerra si era solo interrotta. Cinquecento giorni di tregua in attesa delle decisioni dei giudici amministrativi. Ora sul colle di Tuvixeddu si ricomincia a combattere, nonostante due sentenze di Tar e Consiglio di Stato abbiano dichiarato - apparentemente - i vincitori.
E così dopo l'annuncio, da parte di Renato Soru, di una nuova delibera per la sospensione cautelativa di 90 giorni dell'attività del cantiere «alla luce dei recenti ritrovamenti di più di un migliaio di nuove tombe» e della convocazione per giovedì (in viale Trento) di un incontro con Comune, Nuova iniziative Coimpresa e soprintendenze «per cercare serenamente e ancora una volta, una soluzione condivisa», arriva la replica di Emilio Floris.
Il sindaco ha comunicato che non parteciperà ad incontri «irrituali» ed ha convocato per il 10 settembre (in Comune) una riunione del Comitato di vigilanza dell'Accordo di programma, «l'unica sede legittima per discutere eventuali divergenze tra i firmatari dell'intesa», tra i quali c'è la Regione.
Floris non esclude «possibili intese che consentano di conseguire una maggiore tutela dell'interesse collettivo salvaguardando nel contempo i diritti dei privati proprietari delle aree edificabili» ma prova a riportare la discussione in quelle che ritiene «le sedi ufficiali».
«È sufficiente rileggere i verbali degli incontri del Comitato di Vigilanza», dice Floris, «per scoprire che, quanto oggi auspica la Presidenza della Regione, lo avevamo proposto due anni fa». Una tesi differente da quella di Soru che lunedì in conferenza stampa, assieme agli assessori alla Cultura e all'Urbanistica, aveva parlato di «chiusura totale nel considerare proposte diverse da quelle previste nel progetto».
«Con rammarico», accusa il sindaco, «devo ancora una volta constatare che si sono persi due anni preziosi, durante i quali la Regione si è fatta portabandiera di una linea intransigente che nulla di bene ha sortito alla comunità, se non un aggravio di costi per i cittadini e uno spregio del Diritto e delle norme. Tutto ciò mentre il Sindaco ha sempre auspicato e perseguito un'azione tesa al dialogo vero e alla salvaguardia dell'interesse pubblico e privato».
E mentre il presidente della Regione annuncia «eventuali iniziative di mobilitazione e coinvolgimento dell'opinione pubblica a favore della salvaguardia del colle», il primo cittadino ricorda «il pronunciamento del Tar Sardegna e la cristallina sentenza del Consiglio di Stato che bocciano in maniera inappellabile le proposte della Regione, riconfermano quanto contenuto nell'Accordo di Programma del 15 settembre 2000». Per Floris quello di Soru «assomiglia tanto al colpo di coda di chi, chiuso tra due sentenze a lui contrarie, tenta di sviare l'attenzione dell'opinione pubblica senza voler guardare in faccia la realtà. Una realtà che, così dicono gli atti, lo vedono soccombere su tutta la linea. Quanto alle proposte di transazione, la Regione propone ai privati beni demaniali che dovranno essere trasferiti al Comune e che quindi non le appartengono. Perciò il Capoluogo viene scippato di parte del proprio territorio dalla Regione, senza che questa tenga conto delle destinazioni urbanistiche previste nel Puc».
FABIO MANCA

27/08/2008