Proteste per l'impossibilità di partecipare ai corsi di formazione banditi dall'assessorato al Lavoro
Assimilate alle collaboratrici domestiche. «La Regione modifichi il bando»
Vedi la foto Tiziana Podda da trent'anni si occupa di assistenza domiciliare. È una libera professionista e collabora anche con i servizi sociali del Comune (c'è un albo apposito) i cui funzionari la chiamano quando hanno bisogno di qualcuno che assista pazienti costretti al letto.
Quando l'assessorato regionale alla Formazione professionale ha organizzato corsi per Operatore socio sanitario, ha pensato che avrebbe potuto finalmente avere il titolo che le consente di fare un salto di qualità e concorrere per un posto in un ospedale pubblico. Ma quando ha presentato la sua candidatura le hanno detto che la sua categoria non può farlo.
Per questo assieme a centinaia di colleghi ha deciso di manifestare davanti all'assessorato al Lavoro se non sarà modificato il bando, che scade il prossimo 12 luglio. «Mi sembra una follia», protesta. «Siamo preparati, assistiamo da anni pazienti in gravi condizioni a cui la legge 162 dà diritto all'assistenza domiciliare. Inoltre con il nostro lavoro liberiamo gli ospedali dai pazienti consentendo un risparmio consistente. Eppure, come ho scoperto in questa occasione, ci equiparano alle collaboratrici domestiche. Perché non ci devono essere date pari opportunità?».