FISCO ONLINE
di Michele Salis
Pubblicare online sul sito del Comune i redditi dei cittadini per combattere l’evasione fiscale. Fa discutere la proposta del governo contenuta nelle misure correttive alla manovra finanziaria. La mossa era già stata tentata dal centrosinistra nel 2008 e aveva suscitato un coro unanime di proteste da parte dei cittadini e l’intervento del garante della privacy. Nei giorni scorsi sono giunte le risposte fredde di tanti sindaci isolani, un no secco dai municipi di Quartu e Olbia. Un’apertura, seppur condizionata, è invece arrivata dal capoluogo. Massimo Zedda ha dichiarato di voler prima conoscere il dettaglio della proposta del governo e di doversi confrontare con il prefetto per una valutazione sulla fattibiltà, ma di non avere nessuna ragione per opporsi alla pubblicazione. E la società civile sarda sembra rispecchiarsi nella sua posizione ed essere più aperta degli altri primi cittadini rispetto a questo tema.
LE REAZIONI «Siamo d’accordo con la proposta, naturalmente con le dovute limitazioni e se la pubblicazione dovesse riguardare tutti», sostiene Giuliano Frau, presidente dell’Adoc, associazione dei consumatori che nel 2008 aveva sostenuto le ragioni dei contrari. «Rispetto alla volta scorsa la situazione è molto diversa. Oggi si parla della necessità di contribuire in un momento di crisi, ma si corre il rischio che la solidarietà arrivi solo da alcuni. È una forma di democrazia amplificata che esiste in tanti paesi nel mondo: chi non ha nulla da nascondere non avrà problemi». Non fanno obiezioni neppure i professionisti, con in testa i commercialisti. «Siamo favorevoli alla trasparenza fiscale, a 360 gradi. Siamo sempre stati collaborativi con il ministero e continueremo ad esserlo, anzi: auspichiamo che si prendano ulteriori iniziative in questo senso», sostiene Giorgio Orrù, vicepresidente dell’Ordine dei commercialisti cagliaritani, «naturalmente bisogna fare attenzione ai dati sensibili. Comunque credo che ci sia molta demagogia in questa mossa: nella sostanza l’utilità per combattere l’eva - sione è limitata». «Per la nostra categoria non ci sarebbero problemi» conferma Roberto Vacca, rappresentante dei notai del sud Sardegna. «Anche se forse servirebbe solo a soddisfare un certo tipo di curiosità morbosa». C’è chi ipotizza che pubblicizzare i redditi delle persone possa avvantaggiare la criminalità, che potrebbe agire a colpo sicuro semplicemente controllando su internet a quanto ammontano le sostanze della vittima designata. «Per noi non cambierebbe nulla - continua Vacca - quella del notaio ha già la fama di essere una professione ricca » . D’accordo con la proposta del governo anche la confcommercio di Cagliari: «Niente in contrario da parte nostra», afferma il direttore Giuseppe Scura, «in un momento delicato per l’economia del paese non c’è nulla di male a evidenziare l’apporto che ciascuno può dare. Naturalmente sono da vedere le modalità, ma rispetto alla volta scorsa credo ci sia una presa di coscienza della collettività ». Parzialmente fuori dal coro la voce della Confesercenti. «È soltanto fumo. Siamo esasperati dalle tasse, dobbiamo lottare ogni giorno per andare avanti e dovremmo anche diventare i controllori dei nostri vicini di casa?», si chiede il presidente Marco Sulis, «La gente in questo momento dovrebbe concentrarsi sul lavoro e non sul gossip. È l’ennesimo spot pubblicitario dei politici che non riescono a trovare delle risposte concrete. Se poi davvero vogliono pubblicare i redditi di qualcuno forse dovrebero partire dai loro». redazione@ sardegnaquotidiano. it info
LA PROPOSTA SULLE TASSE
Il Governo Berlusconi ha riproposto la pubblicazione dei redditi nel quadro degli inter venti contro l’evasione fiscale. Se dovesse passare la misura, saranno i comuni a decidere se mettere on line gli elenchi. i sindaci Era il 30 Aprile del 2008, il ministro dell'Economia era Tommaso Padoa Schioppa e il vice Vincenzo Visco, che fu il promotore dell’iniziativa. Allora finirono in rete i redditi degli italiani riferiti al 2005 ed in pochi minuti il sito dell'Agenzia delle entrate andò completamente in tilt per i troppi accessi. Fu necessario l'intervento del Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, che in seguito alle proteste dei cittadini decise il blocco della pubblicazione dei dati. In tutto gli elenchi rimasero on line per meno di mezza giornata ma, nei giorni successivi, le copie continuarono a girare sul web. Una mossa fortemente criticata dalle opposizioni e anche da alcuni esponenti interni alla maggiornaza di allora. Nei giorni successivi le associazioni dei consumatori arrivarono persino a chiedere un risarcimento allo stato e a invitare chiunque comparisse negli elenchi a fare lo stesso. Oggi è l’esecu - tivo guidato da Silvio Berlusconi a riproporre la pubblicazione dei guadagni dei cittadini, nel quadro degli interventi contro l’evasione fiscale, ma questa volta, se la misura venisse approvata, dovranno essere i comuni a decidere se mettere in rete le finanze dei propri cittadini.
ZEDDA: «COME POTREI OPPORMI ALL’INIZIATIVA? » Il sindaco di Cagliari nei giorni scorsi ha dichiarato di non volersi opporre alla proposta del governo: «Figurarsi se uno come me, i cui redditi e la cui situazione patrimoniale sono pubblici e accessibili - ha dichiarato il sindaco -, potrà dire no alla pubblicazione».
GIOVANNELLI: «A OLBIA LA SICUREZZA VIENE PRIMA» «Avrei un lungo elenco di motivi per cui sono contrario alla pubblicazione» ha spiegato Giovannelli «ma il primo è di certo la sicurezza dei miei concittadini. Non voglio la responsabilità di indicare chi tra gli abitanti di Olbia è ricco o povero».
CONTINI: «UTILE SOLO PER CURIOSI E CRIMINALI» «Una mera questione di morboso interesse per gli affari altrui», sostiene Mauro Contini, sindaco di Quartu che sottolinea l’inadeguatezza di risposte come questa ai reali bisogni della collettività in un momento di crisi : «Non ci siamo. Non sono d’accordo ora e non lo sarò mai».