Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Sardegna teatro del mondo»

Fonte: La Nuova Sardegna
9 settembre 2008

MARTEDÌ, 09 SETTEMBRE 2008

Pagina 2 - Fatto del giorno

L’intellettuale. Intervista con Antonio Romagnino, docente, giornalista e scrittore 



«Grazie al Papa tutta l’isola in una dimensione universale»




PIER GIORGIO PINNA

--------------------------------------------------------------------------------


CAGLIARI. «Un culto specifico nato a Bonaria si è trasformato in un fatto straordinario e universale». Secondo Antonio Romagnino è soprattutto questo ciò che resta oggi, a 48 ore dalla partenza del Papa. «La Sardegna - spiega - ha legato il suo nome ancora più strettamente, attraverso le parole di Benedetto XVI, alle speranze che la Vergine del mare continua a suscitare nella nostra isola». Romagnino è uno dei padri nobili del capoluogo. Di recente è stato festeggiato per i novant’anni nell’Orto dei cappuccini dove si trovano importanti testimonianze paleocristiane. Insegnante, giornalista, scrittore, in diversi libri e «passeggiate» per la città ha raccontato quella che lui stesso chiama «la carezza degli occhi e del mare di Cagliari».
- Qual è il suo bilancio della visita pontificia, professor Romagnino?
«Estremamente positivo, direi. Ed è certo naturale che io sostenga così. Ma prima devo fare una premessa».
- Di che genere?
«Ho seguito il susseguirsi degli incontri e delle cerimonie soltanto in tv. Non ce l’ho fatta ad andare né a Bonaria né in largo Carlo Felice».
- Ma le reti televisivi hanno coperto bene tutte le tappe del viaggio...
«Certo. E infatti devo dire che alla fine mi sono fatto individualmente un’idea molto precisa nonostante la distanza fisica dai luoghi dove il Pontefice ha parlato».
- E qual è il suo giudizio?
«Alcune frasi di papa Ratzinger mi hanno davvero colpito. Ha usato parole che individualmente mi hanno toccato nel profondo. Ma più in generale penso che questa tappa della sua missione rappresenti sul piano storico qualcosa di eccezionale: fa entrare l’isola in una dimensione internazionale, cosmopolita».
- Nel solco già tracciato dai suoi predecessori in terra sarda?
«Ritengo di sì. Sebbene una comparazione mi riesca difficile, se non per gli aspetti legati alle tradizioni mariane».
- Come valuta invece gli impegni sul piano sociale riaffermati in nome della Chiesa da Benedetto XVI durante i discorsi nell’isola?
«Toccando i temi della giustizia, del lavoro, della famiglia il Papa non si fatto semplicemente ascoltare: si è visto con chiarezza che ha anche ascoltato i fedeli».
- Che cosa pensa del rapporto di questo pontefice con i giovani?
«In Sardegna la mobilitazione dei ragazzi nel suo nome è stata impressionante: a Cagliari sono arrivati per lui da tutta l’isola. Forse non mi è mai capitato in tanti decenni, di fronte ad avvenimenti epocali come questo, di vedere il largo Carlo Felice così gremito. È senza dubbio il segno di una relazione feconda, di un contatto vivo e vitale».