Fumata nera ieri alla riunione del Comitato tecnico per l'attuazione dell'Accordo di programma
Coimpresa: «Niente dialogo se non si ristabiliscono diritti e legalità»
Il sindaco Floris: «Entro un mese le parti proveranno a dialogare per capire se sia possibile rimodulare l'accordo».
Un mese di tempo per valutare se esistono possibilità di raggiungere un'intesa condivisa per rimodulare l'Accordo di programma. Ma le posizioni restano distanti, con la Regione che, dopo il nuovo stop ai lavori, non sembra ancora aver avanzato offerte e Nuova iniziative Coimpresa che, dal canto suo, ha già annunciato un ricorso ai giudici contro l'ulteriore blocco al cantiere.
È quanto emerso ieri mattina, nell'aula consiliare del Municipio, al termine della riunione del Comitato di vigilanza per l'attuazione dell'Accordo di programma. Un vertice a porte chiuse (fuori manifestavano pochi esponenti del Cagliari social forum per chiedere la tutela della necropoli), alla fine del quale nessuno ha scoperto le carte, rimandando tutto di un mese. «In questo periodo», ha spiegato il sindaco Emilio Floris, «le parti proveranno a dialogare per capire se possono esserci ulteriori sviluppi e se sia possibile rimodulare l'accordo».
Assente il presidente della Regione, Renato Soru, all'incontro hanno partecipato tre assessori: Carlo Mannoni (Lavori pubblici), Gianvalerio Sanna (Enti Locali e Urbanistica) e Maria Antonietta Mongiu (Beni culturali) e gli altri privati firmatari dell'accordo di programma. Finito il vertice, i tre esponenti della giunta regionale sono andati via senza rilasciare dichiarazioni, mentre l'assessore comunale Giovanni Campus (Urbanistica) ha confermato la nuova convocazione per il mese prossimo. Trenta giorni per avvicinare le parti, oggi lontanissime.
E che il clima non sia proprio conciliante lo confermano soprattutto i vertici di Coimpresa, presenti all'incontro con Gualtiero e Giuseppe Cualbu e l'avvocato Antonello Rossi, spiazzati dalla nuova sospensione dei lavori, arrivata proprio quando sembravano aprirsi spiragli di dialogo. «Riteniamo il nuovo provvedimento illegittimo e lo impugneremo», spiega Giuseppe Cualbu. «Non ci sono proposte, né possiamo accettare che l'accordo venga modificato unilateralmente. Prima di qualsiasi intesa è necessario che venga ristabilita una condizione di diritto e legalità». Scartata l'ipotesi di un accordo sulla falsariga di quello raggiunto tra Regione e impresa Cocco, esterna all'Accordo di programma. «Abbiamo ceduto 40 ettari al Comune per il parco urbano e archeologico», prosegue, «investendo milioni di euro per la progettazione delle opere pubbliche. Una situazione profondamente differente. Ci sono accordi, impegni presi in quindici anni, che la Regine non sembra riconoscere più. Il danno è enorme».
FRANCESCO PINNA
11/09/2008