Il premio
La guerra era finita da tre anni e l'Europa era ancora in rovina. C'erano le città da ricostruire, ma bisognava cominciare a pensare anche a una nuova cultura comunitaria. Nell'estate del 1948, durante un convegno a Capri, prese corpo il progetto di un premio radiofonico internazionale. L'idea era partita dal direttore generale Salvino Sernesi e dai dirigenti della Rai. Subito aderirono con entusiasmo quattordici enti radiofonici e così fu varato il Prix Italia. Da allora nelle più belle città italiane la Rai - a cui lo Statuto del Premio ha affidato la responsabilità dell'organizzazione - ha sostenuto la sfida di dar vita alla manifestazione. La radio che durante la guerra aveva svolto un ruolo fondamentale nella comunicazione, in quegli anni diventò il mezzo principale per l'informazione, ma anche per la diffusione della cultura e della creatività. Nel 1957 al Prix fece il suo esordio la televisione e nel 1998 si aprirono le porte al fantastico mondo del web.
«In sei decenni gli strumenti del comunicare sono cambiati: il digitale rimodella la radio e la televisione, l'alta definizione ci avvicina all'iperrealtà, il web ingoia tutto, rielabora e crea nuovi stili comunicativi» rileva Marcella Sansoni, giornalista Rai e segretario generale del Prix. Tutto questo che avviene sotto i nostri occhi, giorno per giorno, ha una vetrina nel Premio Italia, un'autentica piazza dove s'incontrano e convergono le novità di ogni angolo del pianeta. «Le produzioni in concorso sono molte» sottolinea la Sansoni, «ma alla base di ciascuna ci deve essere la selezione della qualità». (c. f.)
11/09/2008