IL CASO. I residenti nel centro storico contestano anche la pedonalizzazione
Petizione con 180 firme: basta locali sotto le case
A sentirli parlare sembrerebbero pronti a una guerra senza esclusione di colpi. Eppure, più che agguerriti, preferiscono definirsi esausti. E allo stesso tempo ci tengono anche a sottolineare che «non vogliamo far morire il quartiere». Ma con un documento di otto pagine si preparano a una nuova mossa: chiedere al Comune che sia posta fine alla ristorazione e ai locali all'aperto nei quartieri di Marina e Stampace. E non solo. «Hanno aderito oltre 180 persone - raccontano - in appena un mese e mezzo. E stiamo crescendo ancora».
COSA SUCCEDE «La ristorazione a ridosso delle case arreca gravi danni sociali e nessun beneficio economico alla città - spiegano gli organizzatori della protesta - l'esercizio all'aperto pregiudica le strutture ricettive come alberghi, b&b, pensioni, che ormai non possono più assegnare camere e appartamenti esposti ai rumori». E ancora. La vita notturna «pregiudica gravemente la permanenza dei residenti, indotti alla fuga dalla città». Lo confermano ad alta voce: «Vorremmo vendere le nostre case ma non troviamo acquirenti».
TROPPO RUMORE Se la prendono soprattutto con quei locali che propongono musica fino a notte fonda, in particolare quelli che secondo loro sono privi di insonorizzazione. Nell'elenco dei colpevoli, oltre i tanti pub e ristoranti, compaiono anche due proprietà comunali come l'Hostel Marina e la Mediateca del Mediterraneo. Il Comitato dei residenti non è disposto a tollerare nemmeno gli eventi di spettacolo, in grado di catturare migliaia di persone. «È il caso di "Marina cafè noir” - spiegano - che ha dispensato quest'anno quattro giorni d'inferno».
LA VIABILITÀ Sotto accusa anche la viabilità: «La pedonalizzazione e la chiusura al traffico, con l'occupazione delle strade dei tavoli, ostacola il passaggio dei mezzi di soccorso e forze dell'ordine».
IL PERICOLO RADON A questo si aggiunge la motivazione più curiosa: «Le case del centro storico sono per gran parte costruite in tufo, una roccia emissiva di radon, gas talmente pericoloso che è stato classificato come la seconda causa di morte al mondo per cancro ai polmoni, subito dopo il fumo. La miglior difesa consiste nell'aprire le finestre e far circolare l'aria. Invece i residenti sono costretti a installare doppie finestre e tenerle chiuse». Per questo chiedono che siano non solo revocate le autorizzazioni per la ristorazione all'aperto e vietato l'uso di impianti di diffusione musicale in tutti i locali pubblici e privati privi di certificate opere di insonorizzazione, ma che sia anche ridotto l'orario di chiusura dei locali entro le 23. In più che sia abbandonata la pedonalizzazione attuale e che sia potenziato il controllo notturno da parte delle forze dell'ordine, per prevenire gli schiamazzi. Ieri sera nella sede della Confesercenti si sono radunati molti dei titolari dei locali pubblici della zona, per studiare una contromossa unita ed efficace.
Stefano Cortis