Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Per conciliare vita e lavoro

Fonte: La Nuova Sardegna
14 novembre 2011

La Provincia lancia i bandi che cercano progetti per dare corpo a leggi ancora oggi sconosciute

Asili nido, ma anche programmi sui tempi delle città




CAGLIARI. Conciliare i tempi della vita con quelli del lavoro, traduzione: sostenere le donne nella loro doppia veste di lavoratrici e di gestori della famiglia. La Provincia, in grande solitudine, ha cominciato a mettere in pratica ciò che si è compreso, vale a dire che per fornire davvero un tale sostegno bisogna, anche, rimodellare i tempi della città e i servizi che questa offre.
  Spiega Angela Quaquero vicepresidente della Provincia e assessore alle Politiche sociali: «Le leggi per la conciliazione dei tempi ci sono, ma si tratta di norme che in Italia non vengono attuate. Da qui le azioni che la Provincia ha cercato di promuovere per cancellare il primo problema: l’insensibilità politica e amministrativa verso il tema che tocca ogni donna impegnata sui vari fronti, ma che non riesce a muovere l’interesse generale e tantomeno quello politico. Quaquero spiega come, nella scorsa consiliatura, la commissione Pari opportunità e la consigliera di parità abbiano condotto «un grosso lavoro di sensibilizzazione, con un impegnativo giro dei comuni dove si organizzavano conferenze e si parlava delle leggi e degli approcci possibili. Adesso siamo passati a una fase applicativa: la Provincia sostiene ogni azione e ogni iniziativa destinata a introdurre e a far crescere la conciliazione dei tempi, sosteniamo i progetti di conciliazione e ai bandi pubblicati hanno già risposto numerose professioniste con idee interessanti. Ma non bisogna dimenticare che la Provincia ha davvero anticipato i tempi su questo argomento aprendo, ormai trent’anni fa, un asilo nido». Rinomato, l’asilo nido della Provincia fu un’innovazione: non era fra le strette competenze dell’ente allora intermedio ma gli addetti ai lavori del settore e le famiglie lo considerano un faro di competenza nella cura e nelle attenzioni verso la crescita dei più piccoli. Il problema è che ce n’è soltanto uno e le liste d’attesa sono lunghissime: «Non abbiamo più finanziamenti regionali, lo paghiamo interamente noi, ma è un servizio importante e va sostenuto. Purtroppo - sottolinea Quaquero - con fondi regionali abbiamo sì costruito altri asili in provincia, ma i costi di gestione sono altissimi e molti comuni sono costretti a tenerli chiusi. Ci vorrebbe un’azione della Regione per contribuire ai costi di strutture che sono davvero indispensabili». Nell’intesa del 29 aprile 2010 sui criteri di ripartizione delle risorse per la conciliazione dei tempi, la promozione degli asili nido è al primo posto, seguono gli incentivi per acquistare servizi di cura e i programmi locali dei tempi e degli orari. L’intesa dà gambe a un decreto sconosciuto: quello del 12 maggio 2009 emanato dal ministero Pari opportunità. (a.s)