Martedì l'orchestra di Piazza Vittorio protagonista al Massimo di Cagliari
L'avventura dell'ensemble raccontata da Mario Tronco
Tre anni di successi con repliche ovunque nel nostro Paese e in Europa sono il biglietto da visita del “Flauto Magico” firmato dall'Orchestra di Piazza Vittorio che martedì al Massimo di Cagliari inaugura la stagione di prosa del Cedac. Sei spettacoli fino a sabato per questa singolare rilettura del capolavoro mozartiano, nata da un'idea di Daniele Abbado e sviluppata con Mario Tronco, fondatore del multietnico ensemble. «Mi chiamò tre anni e mezzo fa per invitarmi a un Flauto Magico di strada che stava organizzando a Reggio Emilia. Ogni piazza della città accoglieva un momento dell'opera», ricorda l'ex Avion Travel: «Mi chiese se volevo partecipare. Così, ho ripreso in mano la partitura e ho cominciato a immaginare l'opera come se fosse tramandata in maniera non scritta dai paesi a cui i musicisti appartengono».
L'originale è ambientata in Egitto…
«Noi abbiamo evitato ogni riferimento geografico, volevano dare un'idea un po' psichedelica e di sogno. L'Orchestra quando sale sul palco racconta un fatto contemporaneo».
Avete evitato anche i riferimenti alla massoneria...
«La massoneria di oggi non è certo quella dei tempi di Mozart. Il significato più puro è la fratellanza, e l'Orchestra di Piazza Vittorio la racconta in maniera inequivocabile».
Dal vostro Flauto saltano fuori pop, jazz, rock, reggae, blues, mambo: dell'opera di Amadeus cosa è rimasto?
«Le arie più importanti. C'è molta partitura di Mozart ma anche pezzi originali dell'orchestra. Nelle partiture abbiamo spesso lavorato quasi su suggestioni, cercando nelle note del compositore i riferimenti alle cose che più ci piacevano. L'aria della Regina della Notte, ad esempio, ha l'introduzione di O' Zappatore di Mario Merola, perché per me che vengo da Caserta, è la scena madre per eccellenza. L'aria di Papageno è proposta in chiave reggae».
E sul versante della narrazione?
«C'è stato qualche cambiamento. Il libretto originale mi è sempre sembrato misogino. Nella nostra versione, Pamina scappa con Papageno e Tamino, e la Regina della Notte e Sarasto si sposeranno».
Carlo Argiolas