Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lirico, resta la tensione dopo lo sfratto

Fonte: L'Unione Sarda
25 novembre 2011

Dall'incontro fra i lavoratori e il sindaco l'indiscrezione che non ci saranno licenziamenti


Dopo più di tre ore hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma alla fine dell'incontro con il sindaco, la preoccupazione resta. Perché i tempi stringono e artisti e sindacalisti del Teatro Lirico continuano a temere il peggio, dopo lo sfratto dal magazzino di viale Monastir dove sono contenuti gli allestimenti scenici, vitali per il futuro del teatro.
I lavoratori sanno che il loro futuro è legato al Piano industriale, un documento che dicono di non aver ancora mai avuto modo di vedere. «Ci è stato assicurato che entro lunedì ce ne verrà portata una copia», dice Massimiliano Cecalotti, artista del coro e sindacalista della Usb, «il sindaco ha preso l'impegno formale di procurarcelo. Una volta che tutti lo avranno letto si prenderà una decisione».
LO SCENARIO Qualcosa, però, è già emerso. Il documento, voluto dal sovrintendente Gennaro Di Benedetto e fatto elaborare da un'azienda esterna, riporta alcuni punti fondamentali che riguardano in particolare il tema delle assunzioni. Tra le oltre 70 pagine del Piano, sarebbe specificato che non verranno fatti licenziamenti, passaggio fondamentale. Sarebbe però sottolineato che i costi del personale sono molto alti, motivo per cui bisognerà rivedere i contratti integrativi. Inoltre si chiuderanno i rubinetti per i contratti a tempo determinato. E saranno ridotte notevolmente le produzioni esterne.
I SINDACATI Tutto questo, però, non è ancora stato visionato dai sindacati che tutelano i lavoratori del Lirico. «Di Benedetto non ha voluto farcelo vedere - aggiunge Cecalotti - motivo per cui abbiamo chiesto l'intervento del sindaco. Durante l'incontro in Municipio abbiamo capito che quel documento è arrivato al consiglio di amministrazione ma non è stato avvallato. Questo significa che possiamo ancora valutarlo e di conseguenza chiederemo un incontro urgente che coinvolga noi, il sindaco, la sovrintendenza e il consiglio di amministrazione e noi. Il problema - dice il sindacalista - è che deve essere approvato entro il 31 dicembre e non rimane molto tempo. Ci è stato promesso che l'incontro avverrà in tempi brevissimi, in modo da rendere operativo il piano di risanamento del debito e agevolare la disponibilità della Regione a farsi da garante per accendere un mutuo che porti ad estinguerlo». Quindi - continua Cecalotti - se non dovesse essere credibile, verrebbe rivalutata anche la posizione del sovrintendente stesso».
IL CASO MONASTIR «Abbiamo esposto anche tanti altri problemi. Il sindaco ha detto di essere irritato dalle condizioni dello stabile di Monastir, di cui non sapeva niente»: Cecalotti si riferisce all'ultimo atto della vicenda, il pignoramento che è stato protocollato a seguito del mancato pagamento dell'affitto di un magazzino, utilizzato dal 2006 dall'Ente per conservare gli allestimenti delle produzioni degli ultimi 15 anni. «Questa è solo l'ennesima di una serie di situazioni che stanno portando il Teatro al tracollo - conclude Cecalotti - siamo soddisfatti del dialogo col sindaco Massimo Zedda, presidente della Fondazione. Ma se in tempi brevi non saranno risolti i problemi, punteremo a soluzioni più dure».
Stefano Cortis