Le parole degli amici
Gentile, disponibile, educato e sempre presente. Sono gli aggettivi più frequenti che gli amici di Paolo Carta utilizzano per ricordarlo. Fuori dalla chiesa del Carmine, c'è un silenzio carico di tristezza. Franco Fozzi, presidente del consorzio Insieme, ricorda così il suo amico: «Il vuoto che ha lasciato sarà difficile da colmare. La sua gentilezza e le sue buone maniere l'hanno fatto amare da tutti. Una persona di una disponibilità rara». Vicino alla scalinata che porta all'ingresso c'è Michele Mossa, che conosceva Carta dai tempi della scuola, quando entrambi frequentavano il liceo classico Siotto: «Ancora non mi sembra vero. Di lui ricordo, in particolare, la sua educazione e la maturità che dimostrava a quell'età». È un sorriso amaro quello che compare sul volto di Mossa, che ricordando l'attività scolastica racconta: «C'eravamo entrambi candidati alla carica di rappresentante di istituto. Facevamo parte di due schieramenti diversi e ricordo che già da allora lui, al contrario di noi, parlava di confronto e di dialogo per riuscire a lavorare meglio. Dopo tanti anni posso dire che ho conosciuto una persona rara».
L'USCITA Dalla chiesa comincia a uscire un fiume di persone, tutti i presenti, visibilmente commossi, accolgono l'uscita della bara con un lungo e delicato applauso. Danilo Argiolas, imprenditore della vita notturna cagliaritana, si ferma un momento per ricordare il suo amico che non c'è più: «Cosa si può dire di Paolino? Era un amico, un gran signore. Una persona che nonostante il suo ruolo politico non ha mai fatto leva su questo. Aveva la grande dote di saper interpretare alla perfezione i sentimenti di tutti noi. Ci mancherà tanto». Tra i tanti che lo conoscevano c'è Monica Medda, un lavoro da ambulante, che con la voce rotta dal pianto dice: «Mi mancherà “occhi blu”. Perché è così che chiamavo Paolo. Siamo diventati amici perché da parte sua c'è sempre stata un'attenzione particolare per i nostri problemi. Un ragazzo rispettoso che non si è mai posto con superiorità. Disponibile fino a darmi il suo numero di cellulare. Ancora non riesco ad accettare la sua morte. Mi mancherà tanto “occhi blu”».
Matteo Sau