Castello. Impianto chiuso
A gennaio il primo raid con un vetro antisfondamento dell'ascensore del bastione di Saint Remy spaccato da un gruppo di vandali. Venerdì scorso i teppisti sono tornati in azione danneggiando un altro vetro. Da tre giorni l'ascensore è chiuso e gli operai del Comune sono al lavoro per sostituire il vetro. Magari con una lastra di acciaio, come avvenuto a inizio anno, per evitare altri danni del genere.
Le azioni dei vandali contro gli ascensori che da viale Regina Elena portano a Castello proseguono nonostante la costante presenza dei custodi, il cui ruolo a questo punto è da chiarire. Da sabato mattina la rampa per l'impianto che porta alla terrazza di Saint Remy è sbarrata da una transenna. Un cartello, sistemato dal servizio cantieri del Comune, avvisa cittadini e turisti: “Si comunica che l'ascensore è fuori servizio per la rottura di un vetro della cabina in seguito ad atti vandalici”. Il vetro danneggiato verrà tolto. Al suo posto dovrebbe essere sistemata una lastra d'acciaio che trasformerà di fatto l'ascensore panoramico in un impianto chiuso. Anche l'ascensore accanto alla redazione de L'Unione Sarda non è stato risparmiato: qualcuno nei giorni scorsi si è divertito a spaccare la plafoniera e le lampadine, lasciando l'ascensore al buio.
Un problema, quello degli atti vandalici, che per ora non sembra trovare rimedio. Il paradosso è che le telecamere ci sono e riprendono tutto. Ma il circuito chiuso non è collegato a un registratore, quindi le immagini non esistono più. La situazione era emersa già a gennaio quando un gruppo di ragazzi, poco prima dell'alba, era salito sull'ascensore del bastione di Saint Remy e aveva spaccato il cristallo antisfondamento spesso due centimetri. L'impianto era rimasto chiuso per quattro giorni. Il tentativo di rintracciare i responsabili era naufragato quando si era scoperto che le telecamere sistemate all'ingresso degli ascensori riprendevano ma le immagini non venivano registrate. Apparivano per qualche secondo sul video dei custodi. Poi basta. Così, sempre a gennaio, un altro ragazzo l'aveva fatta franca: anziché cercare un bagno, aveva deciso di fare i suoi bisogni dalla passerella sospesa che porta all'ascensore. Inutili le proteste dei custodi degli impianti.
Dopo l'ultimo raid vandalico di venerdì scorso, che costerà alle casse comunali e ai contribuenti un bel po' di soldi, non sembra più il caso di rinviare un intervento deciso, con misure di sicurezza maggiori. (m. v.)
30/09/2008