Il sindaco Zedda: «Vanno eliminate tutte le brutture»
STEFANO AMBU
CAGLIARI. Niente “Tuvixedduland”, ma un parco di percorsi che facciano innamorare cagliaritani e turisti. E, tanto per scendere nel dettaglio: un messaggio molto chiaro: «Vanno eliminate le fioriere e tutte le brutture». Lo ha detto ieri mattina il sindaco di Cagliari Massimo Zedda intervenendo nell’aula magna del liceo classico Siotto a un convegno-incontro con gli studenti organizzato per ricordare lo studioso Giovanni Lilliu.
Un Sardus pater per Tuvixeddu, questo il titolo dell’appuntamento a cui hanno partecipato tra gli altri l’archeologo Alfonso Stiglitz, il presidente di Legambiente Vincenzo Tiana e tanti esperti. Un dibattito dedicato a Lilliu. Uno che a Tuvixeddu teneva parecchio: guardacaso l’accademico dei Lincei scomparso da poco è stato nei mesi scorsi uno dei primi firmatari della proposta di legge regionale di Legambiente sull’istituzione del nuovo parco. Migliaia le sottoscrizioni raccolte. Un invito a non mettere una pietra sopra il progetto di Tuvixeddu inteso come valorizzazione archeologica, naturalistica e paesaggistica del sito. Il ragionamento del sindaco è una strategia già delineata ogni volta che si parla della grande area verde, e storica, tra viale Sant’Avendrace, via Falzarego e via Is Maglias: aprire il parco, perché poi non se ne possa più fare a meno. Creare quella consapevolezza di bene prezioso che è il primo passo per la sua difesa. «Qui i turisti - ha detto - non vengono per i palazzi, ma per vedere spettacoli unici. Proprio come Tuvixeddu. È importante però fare capire che tipo di tesoro stiamo parlando. Perché spesso sono gli stessi cagliaritani a non rendersene conto. Quando qualcuno mi ferma per strada mi chiede dei baretti del Poetto o dello stadio. raro che si parli invece del parco». Sguardo e parole rivolti soprattutto agli studenti: «Noi - indicando le prime file dove erano sistemati esperti e rappresentanti delle istituzioni - ne abbiamo parlato tante volte. Ora è fondamentale che i ragazzi conoscano e apprezzino Tuvixeddu». E i ragazzi del Siotto studiano proprio lì, praticamente lungo il confine della grande area del parco. A meno di cinquanta metri, all’inizio di viale Sant’Avendrace, il progetto Soru prevedeva la porta d’ingresso di Tuvixeddu. Dalle parole ai fatti. Ma soprattutto ai soldi, quelli che ci vogliono per far sì che il parco diventi qualcosa che si possa vivere. Che diventi meta di passeggiate come adesso succede normalmente per posti come Monte Claro o Monte Urpinu. Parco. E non un campo di battaglia o una parola che faccia pensare a polemici batti e ribatti su accordi di programma, intese e vincoli. O a inchieste giudiziarie. Come quella sulle contestate fioriere che il sindaco ieri ha detto di voler cancellare. Nel convegno Zedda ha lanciato l’appello alla Regione: un invito a intervenire, con i finanziamenti che servono, per lanciare una volta per tutte il parco. Anche perchè i Comuni, e quello di Cagliari non fa eccezione, da soli non possono andare oltre i piccoli interventi. Un percorso, quello del coinvolgimento di viale Trento, già avviato dalla raccolta di firme promossa da Legambiente, poi diventata proposta di legge con l’intervento di un gruppo di consiglieri regionali dell’opposizione. Un documento di trentatré articoli, quello elaborato dall’associazione ambientalista, con un piano triennale da novanta milioni che sostenga anche il costo degli espropri delle aree. Un piano per valorizzare le tre “anime” del parco. Da quello archeologico, legato alla presenza della più grande necropoli punica al mondo, a quello paesaggistico. Senza dimenticare il riconoscimento di bene culturale anche come attestazione dell’attività mineraria che ha caratterizzato negli anni passati la storia dell’area. Tra le finalità del progetto c’è anche la promozione di scavi e ricerca archeologica d’intesa con le Soprintendenze. Un sogno. Ma nel frattempo ci sono passi concreti. Come la firma, a novembre, dei verbali di ripresa dei lavori a Tuvixeddu. Con tempi che non dovrebbero andare oltre i dodici mesi per la consegna della zona verde accanto alla necropoli con nuove piante, percorsi, illuminazione e centro servizi. Un punto di partenza. E di riferimento per chi vuole stare all’aria aperta e magari raccontare ai bambini la storia della città mostrando quella che viene definita come la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterraneo. Potrebbe essere il regalo di Natale 2012 alla città.