Il Comune accelera su piste ciclabili e mobilità sostenibile
Dalle associazioni arrivano critiche per progetti costosi e fatti troppo in fretta Da risolvere il nodo del bike sharing
CAGLIARI. Andare dalla stazione alla Bussola in bici, passando da via Roma e attraversando il Poetto. Un sogno, fino a qualche mese fa. Ma presto sarà possibile, perchè il Comune ha dato il via libera al progetto delle piste ciclabili che in breve dovrebbero passare dagli attuali 15 chilometri a ottanta e passa.
Tutti a piedi allora, almeno chi avrà voglia o vorrà lasciare l’auto a casa, contribuendo ad alleviare le sofferenze di una città che ogni giorno è costretta a sopportare l’ingresso di quasi 200 mila auto. L’idea di partenza è stata quella di utilizzare gli oltre sei milioni di finanziamento regionali destinati alla mobilità sostenibile e da lì tracciare una serie di percorsi che potrebbero essere usati presto sulle due ruote senza il pericolo di essere investiti da un’auto. A contorno saranno realizzate tutta le infrastrutture che, nelle intenzioni degli amministratori, dovrebbero incentivare l’uso della bici sull’auto: si parla delle nuove rasttelliere per il servizio di bike sharing (prendi la bici in un posto e la lascia in un altro, dopo aver pagato un modesto pedaggio), di materiali speciali per lastricare i percorsi e di lampioni con i quali illuminare nel modo migliore le piste, per renderle fruibili anche di notte. Tutto con un occhio particolare alla sicurezza del ciclista, come ha riferito l’assessore al Traffico Mauro Coni: «Vogliamo fare le cose per bene e garantire la tranquillità di chi usa i la bicicletta per andare per la città e dunque anche per il turista». Di queste cose si è parlato di recente in Consiglio con una interrogazione dell’esponente di Sel Francesca Ghirra. E l’argomewnto è ritornato d’attualità anche in un incontro sulla mobilità organizzato dal movimento «Meglio di prima non ci basta», che da ammi porta avanti l’idea di una città sempre più a misura di bici. Ma restano da definire ancora tutta una serie di argomenti, che vanno dalla pedonalizzazione di alcuni rioni (vedi Stapace e Villanova) all’uso di trasporti alternativi con mini bus fino alla previsione di un piano parcheggi finalmente efficente che consenta ad esempio di lasciare l’auto in certi punti della città per prendere la bici. E vengono alle luce in questo caso non solo i dubbi dei residenti ma anche quelli dell’associazione Città ciclabile presieduta da Kevin Legge, una sorta di autorità in materia di mobilità sostenibile, che ha rivolto tutta una serie di suggerimenti che l’amministrazione comunale non ha finora considerato abbastanza: la scelta di materiali per i percorsi, costosissimi in proporzione alla lunghezza delle piste ciclabili. O gli arredi urbani previsti: piastrelle per abbellire punti che potrebbero restare nascosti o lampioni particolari che diventerebbero bersaglio facile dei soliti vandali. In pillole: Città ciclabile avrebbe preferito che la spesa fosse destinata ad un maggior numero di piste ciclabili piuttosto che agli abbellimeti di contorno. Questione di scelte e forse anche di tempi, visto che i finanziamenti rischiavano di andare perduti. Ma un altro nodo non meno importante è quello del bike sharing: stazioni in città sono rimaste 4, per le altre 10 i fondi regionali sono fermi. Risposta dell’assessore: «Preferiamo fare le cose per gradi, meglio non avere incidenti che destinare fondi dove non servono». Intanto si è iniziato a lavorare sulle direttrici Piazza Repubblica-piazza Giovanni XXIII e piazza Matteotti-Poetto. Meglio di niente.