Freddo il patron rossoblù: «Quando si decideranno io ci sarò»
L'invito di Zedda a Cellino: «Parliamone»
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Il Comune chiede un confronto ma il Cagliari calcio aspetta passi «davvero» ufficiali. Nel frattempo si fa sentire anche il presidente della Regione che attacca l'«impianto indecoroso per l'immagine della Sardegna». A ventiquattr'ore dall'ultima esibizione imbarazzante del Sant'Elia - con le immagini di acciaio e desolazione rilanciate in mezzo mondo da Rai International - compaiono nuovi elementi per far fronte a una delle sfide più delicate per il futuro della città.
I movimenti sono timidi, la guardia resta alta ma gli unici protagonisti in grado di cambiare la storia dello stadio più brutto d'Italia cominciano a confrontarsi. Il sindaco Massimo Zedda fa sapere che il Comune ha «più volte ribadito, a mezzo stampa e non, la disponibilità a incontrare il presidente Massimo Cellino per affrontare la questione e discutere sulla possibilità di realizzare il nuovo stadio». Fino all'invito che potrebbe portare all'apertura di un tavolo: «Restiamo quindi in attesa di una risposta della società».
Il numero uno del club di viale La Playa si limita però a un commento scarno: «È la prima volta che sento certe cose, cioè che il Comune aspetta una risposta dalla società. Mi attengo ai fatti: l'altra sera l'assessore ai Lavori pubblici ha detto in tv che stanno valutando cosa fare dello stadio. Mi fa piacere, appena finiranno di pensare io ci sarò».
Il sindaco si sofferma sulla gravità delle condizioni «in cui versa il Sant'Elia, una situazione che si è definita nel corso degli anni e che noi abbiamo ereditato». Comunque, «ricordiamo che in questi nove mesi abbiamo fatto tutto quanto di nostra competenza, e spesso anche di più per garantire, seppur con una capienza ridotta, la possibilità alla squadra di giocare nel suo stadio e davanti ai propri tifosi».
Zedda commenta anche le notizie in arrivo da viale Trento: «Accogliamo con favore l'interessamento del presidente della Regione, perché anche noi abbiamo la speranza che il Cagliari Calcio continui a giocare nella nostra città». Anche Cellino apprezza l'intervento di Cappellacci: «Finalmente un gesto di vicinanza, perché mi sento solo e non ho più riferimenti. Il presidente della Regione si conferma un vero tifoso».
La quinta partita di fila con mezzo stadio chiuso comincia a indispettire la Lega di Serie A, che minaccia di cancellare la deroga al regolamento sugli stadi. Al Sant'Elia è ormai lontanissima la quota minima di capienza di ventimila spettatori e solo la riapertura di almeno uno dei settori chiusi (Distinti e Curva sud) potrebbe mettere un tampone. Difficilmente, però, la prefettura potrà fare retromarcia dopo la scelta radicale di chiudere due tribune per la sicurezza degli spettatori. Se non arriveranno novità in tempi brevi, c'è davvero il rischio che il Cagliari non possa più scendere in campo al Sant'Elia. Nella prossima stagione potrebbe emigrare oltretirreno. Addirittura fino a Trieste.
Giulio Zasso