Il piano
IL PROGETTO Firmato ieri il protocollo tra il sindaco e il rettore: Cagliari punta a diventare città per studenti e come primo passo trasformerà la vecchia struttura sanitaria vicina alla dimissione
Un centro storico a misura di studente e una città sempre più universitaria. È l’obiettivo del patto firmato tra Ateneo e Comune che vede come primo passo la trasformazione dell’ospedale San Giovanni di Dio in centro culturale per gli studenti universitari. I reparti sono in fase di trasferimento alla cittadella universitaria di Monserrato, quando sarà vuoto si dovrà pensare a come utilizzarlo. Proprio Università e Comune concordano sull’ipotesi di trasformarlo in un centro culturale, punto di riferimento per studenti sardi e stranieri.
IL PROTOCOLLO D’INTESA L’idea è emersa ieri mattina durante la firma del primo protocollo d’inte - sa tra le due amministrazioni. «Dopo tanti anni è storico poter collaborare con il Comune in modo esteso e articolato – ha detto il rettore Giovanni Melis - è un segnale forte da parte nostra e dell’amministrazione cittadina. Costruiremo tante iniziative insieme alle realtà presenti nell’Uni - versità». Tempi comunque lunghi per la trasformazione del San Giovanni di Dio , tenendo conto che per un simile progetto sarà indispensabile avere anche l’appoggio della Regione. Ma si tratta solo di un primo passo per cambiare il volto alla città. Ci sono altre strutture di proprietà dell’Ateneo che entro il prossimo anno accademico subiranno trasformazioni. Gli spazi accanto al Palazzo delle scienze, utilizzati fino a pochi mesi fa dalle suore di Calcutta, entro ottobre ospiteranno il nuovo Centro linguistico d’Ateneo. Sempre entro ottobre, nella struttura dell’ex Medicina del lavoro aprirà un residence dedicato a studenti e docenti stranieri che si trovano nell’isola grazie al progetto Erasmus. Cambiamenti in vista anche nel polo ingegneristico di via Is Maglias: a breve sarà realizzata la biblioteca della facoltà. In ultimo, la struttura pediatrica del Macciotta sarà liberata entro fine anno. «Grazie al piano per il sud abbiamo avuto fondi per otto milioni di euro per ristrutturare le aree del centro storico di nostra competenza. Parlo delle ex cliniche Aresu e Macciotta e del Palazzo delle scienze - spiega ancora il rettore Melis - il San Giovanni di Dio è inserito all’interno di un’area urbana che vede da un lato l’Orto botanico e viale Sant’Ignazio e dall’altro un’area internazionale con la facoltà di lingue straniere, penso che un’attività culturale o un museo cittadino siano ipotesi sulle quali poter ragionare. Dialogheremo anche con la Regione, è indispensabile il suo apporto. La linea di intervento è delineata e ampia, va definita insieme alle istituzioni competenti ». Plaude all’intervento di Melis, garantendo un interessamento concreto da parte del Comune, il sindaco Massimo Zedda. «Il San Giovanni di Dio è immenso, non si ferma solo ai locali interni. Ci sono strutture nel parco che è collegato con Orto botanico fino all’Anfiteatro romano. Anch’io - spiega Zedda - vedo di buon occhio un centro culturale che ospiti collezioni artistiche anche sconosciute ai più. Il protocollo d’intesa siglato oggi tra noi e l’Ateneo va nella direzione di erogare servizi agli studenti universitari e coinvolgere idee e professionalità per progetti per la città, risparmiando risorse e eliminando la burocrazia».
Paolo Rapeanu