Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

“Tutto su mia madre” Il difficile confronto con Almodovar

Fonte: La Nuova Sardegna
29 marzo 2012

Teatro






di Alessandro Cadoni wSASSARI Lo ha suggerito Leo Muscato, regista di "Tutto su mia madre", lunedì al Verdi in prima regionale (e da ieri al Massimo di Cagliari in replica sino al 1 aprile): «Il nostro spettacolo si fonda sul linguaggio specifico del teatro e chi vorrà venire a vederlo dovrà cercare di rimuovere i ricordi e la passione che lo straordinario film di Almodóvar gli avrà procurato». Il terreno è quello carico d'insidie della riscrittura d'un capolavoro. Carico d'insidiè sì, ma anche possibilmente fecondo di inaspettati risultati. Anche perchè se la riscrittura Ecco: allorché la riscrittura aspira a realizzare un'opera originale, non deve sottrarsi al confronto critico col modello di partenza. È per questi motivi che lo sforzo d'oblio domandato pare esoso. Sarà forse che il testo stesso, adattato nel 2007 per le scene londinesi da Samuel Anderson, si pone, di fondo, come un puro calco dell'originale; o che le interpolazioni che man mano affiorano, più che uno sguardo critico nei confronti del modello sembrano riprodurre un'emissione sfiatata di quel capolavoro dell'eccesso emotivo: sino al punto da rendere convenzionali personaggi straordinari e eccentrici, pur nel loro corpo di verità. Innanzitutto come Rosa, la suorina che fu Penélope Cruz, qui ridotta a un acerbo personaggio in fuga dalla fede. Eppure gli elementi per una buona riuscita dello spettacolo ci sarebbero tutti. A cominciare dal primo quadro dove Manuela, infermiera con un passato da attrice dilettante, recita in uno spot informativo sulla donazione degli organi. Il discorso metalinguistico che abitava il film (i rimandi a “All About Eve”) vira qui in senso metateatrale, e le scene ambientate dentro la scena - complici le notevolissime scenografie - non sono prive di una certa efficacia. Allo stesso modo risultano convincenti le prove degli attori, come Eva Robin's nell'indimenticabile parte di Agrado, spumeggiante quando è inserita in un contesto di chiacchiericcio serrato, più debole quando si cimenta col celebre monologo del suo antecedente filmico. Se è in questo senso che la messa in scena di Muscato voleva proporsi, considerato pure il calo di intensità emotiva l'obiettivo non pare del tutto centrato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA