Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tifosi rossoblù in rivolta: «Il Cagliari resti in città»

Fonte: La Nuova Sardegna
29 marzo 2012



Un coro di no alla proposta del patron di far giocare la squadra a Trieste Il Sant’Elia è in condizioni vergognose ma la soluzione non può essere la fuga

ALLARME STADIO» LA PROVOCAZIONE DI CELLINO



in prima fila Delogu e Orrù Il presidente ha ragione da vendere il probleme dello stadio deve essere affrontato una volta per tutte e risolto dal Comune

di Mario Frongia wCAGLIARI Scetticismo, incredulità, sgomento. Su Cossu e soci che rischiano di giocare al "Nereo Rocco" di Trieste, i commenti sono monocorde. Pur sottolineando l'auspicio che possa trovarsi un'intesa sul filo di lana, utile a scongiurare l'espatrio dei rossoblù per le ultime quattro gare casalinghe (Inter, Chievo, Catania e Juve), la querelle evidenzia una situazione degradata da tempo. «Il Cagliari a Trieste? Pura follia. Non sarebbe più il Cagliari, ma dovrebbe chiamarsi Triestina. Battute a parte - dice il senatore Mariano Delogu - tutti gli interessati devono darsi da fare per risolvere in fretta il problema. Ci si deve attivare per fare in modo che si giochi a Cagliari». E le norme? Le deroghe della Lega e l'inagibilità della Commissione vigilanza? L'avvocato ed ex numero uno del club rossoblù, taglia corto: «Ho fatto il sindaco e so come funziona. Nessuno deve trincerarsi o fermarsi dietro cavilli burocratici. Tutto si può risolvere, l'importante è non mettersi soldi in tasca. Ma qui, non c'è nulla da rubare». Mariano Delogu ha guidato il capoluogo dal '94 al 2001: «Non mi ci faccia pensare. Ho fatto cose da matti. Ad esempio, abbattendo la cancellata del porto, mi avevano detto di tutto, la Capitaneria era giunta quando ormai avevo dato l'ordine alle ruspe di entrare in azione. Ripeto, la soluzione va trovata senza remore». Praticità e rabbia. Ma il rischio, con la giunta di Trieste che nel giro di 48 ore potrebbe formalizzare l'intesa col club di Cellino, prende corpo. Intanto, dopo i colloqui tecnici tra Matteo Stagno, segretario generale del Cagliari, e l'assessore allo sport di Trieste, Emiliano Edera, oggi dovrebbe esserci l'incontro tra l'amministrazione giuliana e il patron rossoblù. Ma dalla sede societaria di viale La Playa non confermano né smentiscono. «Se la squadra andasse a giocare a Trieste, ma anche in qualsiasi altra città, sarebbe terribile». Tonino Orrù, presidente dal 1985 al 1992, è stato l'autore, con i fratelli, di una cavalcata guidata da Claudio Ranieri, che ha portato il club dalla C alla serie A. «Non credo che il Cagliari possa andare a giocare fuori. Sarebbe una sciagura per tutti gli sportivi sardi». Intanto ieri è giunta la bordata in direzione del municipio del consigliere regionale Edoardo Tocco: «Da parte loro solo un silenzio assordante sulla vicenda Sant'Elia». Anche nel mondo del business prevale delusione e scetticismo: «Da cagliaritano e da tifoso, pensare che il Cagliari possa giocare a Trieste, lascia sgomenti e dà molto dispiacere. La sensazione - spiega Mariano Diaz, imprenditore dell'alta moda e della telefonia - è che si sia giunti a questo per i troppi interessi di varia natura che circondano la questione stadio».«Il possibile trasloco a Trieste? È una scelta del presidente Cellino che deriva dalle condizioni in cui si trova da tempo lo stadio: una bruttura che fa il giro del mondo». Carlo Porceddu, avvocato e vice presidente della Corte federale di giustizia, commenta da tifoso e cagliaritano. E i campioni dello scudetto? Al quesito rispondono all'unisono Giuseppe Tomasini e Cesare Poli: «Il Cagliari può giocare ovunque, in altre zone della città, ma quel che conta maggiormente è rimettere a posto il Sant'Elia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

«Cagliari ’70» sarà una via

Avviata la pratica per intitolare una strada agli eroi rossoblù




CAGLIARI Un viale per non scordare lo scudetto. Dopo Porto Torres (piazza Cagliari 1970) e Ollollai (piazza Manlio Scopigno). Quarantadue anni dopo il tricolore, ecco il capoluogo. Prima che sia troppo tardi, come ironizza Mario Brugnera: «Sarebbe bello se davvero ci dedicassero una via. Se così fosse, speriamo facciano in fretta, così possiamo godercela da vivi». La mezzala non è voluta mancare alla conferenza stampa dei consiglieri comunali dell’Italia dei valori, Giovanni Dore e Ferdinando Sechi. I due seguono l'iter burocratico e amministrativo della richiesta che «nasce dalla mobilitazione dei tifosi che da tempo chiedono di ricordare degnamente quella magnifica avventura». L'idea, appoggiata anche dal sindaco Massimo Zedda, piace. E ottiene consensi. Anche quelli di Gigi Riva e Claudio Nené. Rombo di tuono, ieri bloccato dall'influenza, ha fatto sapere di apprezzare molto l'iniziativa. «Un altro importante tassello per rivivere quei tempi e dire grazie a tutti gli sportivi sardi». Grosso modo dello stesso tenore il messaggio inviato agli organizzatori dall'ala brasiliana: «Fatelo. Sarebbe una bella cosa». Di fatto, la proposta di Dore e Sechi, che ne fece uno dei leit motiv nell'ultima campagna elettorale e ha fondato il gruppo facebook "Forza Nené!", lievita. «Un pensiero per noi che giocavamo ma anche per i sardi, che ci seguivano all'Amsicora con grossi sacrifici, e per i tanti emigrati che ci sostenevano in trasferta» è il pensiero di Adriano Reginato, Ricciotti Greatti e Cesare Poli. Con loro, nella sede della Federcalcio in via Bacaredda, anche Gigi Piras, bandiera e bomber dell'epoca appena successiva. Dal confronto sono emerse anche le location. Due le ipotesi principali. La prima riguarda l'Asse mediano e il tragitto che dall'ingresso di Cagliari porta allo stadio Amsicora. La seconda mette in gioco il viale Poetto, lato San Bartolomeo. Ed è proprio questa la soluzione "promossa". "Sarebbe l'ideale, quel tratto di strada lo percorrono tutti i cagliaritani" taglia corto Giuseppe Tomasini. Insomma, si procede. (m.f.)