La decisione presa ieri in prefettura al tavolo tecnico: è stato ribadito che il “campo” va lasciato entro il 2 luglio
SICUREZZA»DOPO IL PROVVEDIMENTO DI SGOMBERO
CAGLIARI Come già nel 2007 per il campo nomadi di via del Commercio l’amministrazione pubblica ha deciso di percorrere la strada dell’inclusione sociale dei rom che, si è deciso ieri, dal 2 luglio andranno a vivere in appartamenti regolarmente affittati, con l’aiuto finanziario della Caritas (ci sono fondi europei destinati a questo)ma con la prospettiva che alla fine del percorso le famiglie dovranno pagarsi interamente la casa. Non importa se la scelta nasce dall’impossibilità di tornare nel campo sulla 554, fortemente degradato da vari inquinanti, diossina compresa, e quindi dichiarato inagibile dopo un secco intervento della procura della Repubblica: il Comune, con la collaborazione di operatori sociali e in accordo con le amministrazioni provinciale e regionale, ha deciso di uscire dal tunnel di una spesa pubblica in aumento costante ma totalmente inutile ai fini della crescita sociale dei gruppi rom. Sul campo rom sulla 554 sono stati stanziati molti denari, ma i nomadi hanno continuato a condurre un’esistenza distante dalle necessità dell’integrazione e a compiere azioni che hanno certamente contribuito all’inquinamento del campo. Ieri, insomma, Cagliari capoluogo ha voltato pagina col conforto dell’intero comitato per la vigilanza e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Giuseppe Balsamo e composto dai rappresenti delle forze dell’ordine, dal sindaco Massimo Zedda, dall’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci, dalla presidente della Provincia Angela Quaquero e dal direttore della Caritas don Marco Lai. Le famiglie che lasceranno il campo sono 29, ci sono 93 minorenni, 11 persone sono già state sistemate, il piano di sgombero del 2 luglio deve essere ancora studiato nei dettagli e il comitato si riunirà ancora giovedì prossimo, ci sarà una delegazione delle famiglie che dovranno trasferirsi. Il sindaco Zedda: «Il campo sosta doveva essereuna soluzione provvisoria, da abbandonare da tempo a favore di soluzioni di inclusione sociale che favorissero l'autonomia di queste famiglie. Non aver pensato ai rom e aver lasciato la situazione così in questi anni ha consentito a qualcuno di lucrare sul loro disagi. In quattro anni il campo è costato 1 milione 700 mila euro. Soldi buttati per lasciare che la situazione arrivasse a questo punto. Il percorso è ormai obbligato». La Regione si farà carico delle spese non solo perl'inclusione sociale ma anche per la bonifica dell'area. «Per impiegare diversamente i 579mila euro destinati in origine a riqualificare il campo, la giunta regionale - ha annunciatol'assessore De Francisci - dovrà predisporre una leggina da sottoporre subito al consiglio regionale». (a.s)