La decisione delle famiglie nomadi: ora verranno ospitate da associazioni e amici
Via da Flumini: «Ci hanno minacciato, abbiamo paura»
«Abbiamo ricevuto troppe minacce, soprattutto nei confronti dei nostri bambini, siamo costretti ad andarcene da qua». Marco Sulejmanovic, uno dei 33 rom residenti nel complesso del litorale di Quartu, in via dei Pittori Europei, è amareggiato nell'annunciare che le sei famiglie che dal campo della 554 sono andate a vivere nelle case dell'ex Pandemonium, hanno deciso di abbandonare le abitazioni: «Quello che ci ha spaventato di più - racconta Sulejmanovic, 33 anni, padre di sei bambini dai 4 ai 12 anni - sono state le minacce ai nostri figli. Ci dicevano: “Li bruciamo”. E poi insulti continui e ritorsioni, ci lasciavano senza corrente staccando i contatori all'esterno. Non potevamo resistere, abbiamo avuto paura per i nostri bimbi».
IL COMPLESSO Per questi motivi le 33 persone hanno deciso di andare via e consegnare le chiavi delle case alla Caritas. Ora sono in una località che il giornale preferisce non divulgare per tutelare la loro privacy, ospiti dei rappresentanti dell'Asce (l'associazione sarda contro l'emarginazione) e di altre famiglie della loro comunità, in attesa di trovare un'altra sistemazione: «Ringraziamo i rappresentanti delle forze dell'ordine e dell'assessorato comunale alle Politiche Sociali che ci sono stati vicini in questi giorni - prosegue Sulejmanovic - noi lì stavamo benissimo, per i nostri bimbi era l'ambiente ideale visto che loro sono sempre stati abituati a vivere all'aria aperta, e in quel posto c'era un bello spiazzo per giocare».
In realtà il giardino era in pessime condizioni, con la piscina semivuota (l'acqua che ristagnava era sporchissima), alcuni tombini aperti e un cumulo di rifiuti ingombranti ammassati dagli stessi rom che avevano iniziato a ripulire l'area. Una situazione, dal punto di vista igienico-sanitario, pericolosa soprattutto per i più piccoli. Le case sono state lasciate com'erano: da una parte il complesso fatiscente con vetri delle finestre rotti e bagni praticamente inutilizzabili, mentre un'altra zona, più piccola, in ottime condizioni con parquet e un bagno in marmo.
L'ASCE Antonello Pabis, presidente dell'Asce, rivela: «Eravamo al corrente di quello che stava accadendo, ma avevamo chiesto alle famiglie di prendere tempo. D'altra parte c'erano stati problemi anche a San Sperate, poi risolti con una grande festa data dai rom nella loro nuova casa. Non si è ripetuta purtroppo la stessa situazione».
LE REAZIONI Nella zona del litorale quartese molti residenti sono sollevati dal fatto che le sei famiglie se ne sono andate, ma allo stesso tempo ammettono che nel periodo in cui i rom hanno vissuto in quella casa, non è mai accaduto nulla di anomalo e si sono comportati benissimo. «Visto che là c'è uno spiazzo enorme - afferma una coppia che passa le vacanze in una villa a pochi passi dall'ex Pandemonium - la nostra paura era che qualcuno pensasse di realizzare un nuovo campo come quello della 554».
Ora, al contrario di quello che pensava la coppia, quella grande area è di nuovo vuota.
Piercarlo Cicero