Giovedì si riunisce il tavolo di nomadi, associazioni, Provincia e Comuni. Polemiche a Quartu dopo le minacce agli zingari
di Stefano Ambu
CAGLIARI
Rom e associazioni impegnate nei progetti di inclusione sono stati convocati e parteciperanno giovedì prossimo al tavolo di coordinamento con amministrazione provinciale e comuni. Lo annuncia in un comunicato l'Asce, associazione sarda contro l'emarginazione. «Riteniamo - spiega l'organizzazione da anni in prima linea nelle battaglie per i rom nel Cagliaritano - che i tavoli siano un primo passo per raggiungere l’obbiettivo della cooperazione tra le parti sociali, della partecipazione democratica, della raccolta delle migliori capacità, e dell'impiego di tutte le risorse utili al superamento del disagio sociale, laddove i diritti di cittadinanza si fanno più necessari ed è più forte la domanda di democrazia e di condivisione». Un passaggio importante in una situazione che rimane in continua evoluzione: due famiglie ex ospiti del complesso del Pandemonium a Quartu sono ad esempio ospiti dell'Asce. Mentre un'altra famiglia, temporaneamente ospitata dalla stessa associazione dopo l'abbandono degli alloggi a Quartu in seguito alle minacce ricevute, è riuscita a trovare una sistemazione. Ora l'appello è rivolto ai municipi. «E' auspicabile - continua l'associazione - che anche i Comuni adottino un simile strumento di lavoro, in particolare per affrontare i problemi più gravosi, le questioni più complesse e di difficile soluzione come quelle relative all'aumento della precarietà, alle povertà estreme, alla emarginazione e alla disgregazione sociale che sta oggi raggiungendo livello allarmanti». Il presidente di Asce Antonello Pabis è chiaro: «Occorre scrivere un vero progetto di inclusione - spiega - che preveda la responsabilizzazione dei rom. La convocazione del tavolo ci sembra un buon segnale». Per alcuni giorni Asce e una delegazione di rom hanno chiesto, con ripetuti sit in davanti al Comune, l'avvio di un tavolo con l'amministrazione di via Roma. «La data - dice Pabis - non è stata ancora fissata». Il caso Rom era esploso all'indomani della decisione del Comune di Cagliari, nata da un ordine del tribunale del capoluogo, di sgomberare il campo sosta di viale Monastir per l'evidente stato di degrado della stessa area. Era subito nato un piano di inclusione che aveva visto coinvolti tra gli altri Regione, Provincia, Comune di Cagliari e Caritas. Per molti ex residenti del campo era stata trovata una sistemazione in affitto in appartamenti. Polemiche a Quartu per le minacce ricevute da un gruppo di rom alloggiati in un complesso ex discoteca nella zona della 554. Ora proprio su quelle minacce indaga la procura della repubblica, che cercherà di stabilirne gli autori e le origini.