Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'esercito dei senza lavoro

Fonte: L'Unione Sarda
6 novembre 2012


PROVINCIA. Il dibattito in Consiglio: 3.229 persone hanno perso l'impiego nel 2011
 

I disoccupati sono 126 mila, proclamato lo stato di crisi
Se i numeri sono il miglior strumento per fotografare la realtà, l'immagine che ci regala l'Osservatorio provinciale per il mercato del lavoro è quella di un disastro: a Cagliari e dintorni i disoccupati e gli inoccupati (cioè quelli che non hanno mai avuto un impiego) sono 125.851. Un esercito in continua crescita (+5,3 per cento dal 2009 al 2011) e purtroppo impreparato alla guerra quotidiana per un posto di lavoro: il titolo di studio più diffuso è quello della licenza media (58mila persone in tutto, i laureati sono invece meno di 10mila), l'età media è alta (circa un quarto degli iscritti al centro servizi provinciale ha tra i 35 e i 44 anni) e nel Cagliaritano si campa sempre di più grazie agli assegni di cassa integrazione (6.616 in tutto).
CONSIGLIO STRAORDINARIO Cifre che fanno quasi passare in secondo piano il tasso di disoccupazione (13,2 per cento, contro una media nazionale dell'8,4) e giustificano ampiamente lo «stato di crisi» dichiarato ieri mattina dal Consiglio provinciale con un ordine del giorno votato all'unanimità. Al dibattito straordinario hanno partecipato i rappresentanti delle categorie protagoniste di questo bagno di sangue, che hanno indicato i motivi del tracollo che nel 2011 lasciato 3.229 persone senza un impiego: «Quando dobbiamo cambiare un macchinario nelle nostre aziende dobbiamo convocare 25 enti diversi. Partiamo da qui per semplificare la vita agli imprenditori», ha detto il presidente di Confindustria Alberto Scanu, che ha concluso: «Le aziende falliscono per i troppi crediti che non riescono a riscuotere e per il poco credito che ricevono dalle banche. Bisogna sostenere l'edilizia, serve una nuova legge urbanistica o non andiamo da nessuna parte. Bisogna anche riordinare l'architettura costituzionale. Magari questa sarà l'ultima volta che ci troviamo in un Consiglio provinciale, almeno con queste competenze». Gianfranco Lecca, presidente provinciale di Confapi ha invece chiesto un'accelerata sulle Zone franche e sullo sviluppo del turismo, ricordando: «Il 10 per cento dei nostri iscritti ricorre alla cassa integrazione: si tratta di 60 aziende, per un totale di 400 dipendenti». Uno strumento che invece non hanno i lavoratori autonomi: «La nostra categoria non ha l'aiuto degli ammortizzatori sociali: spesso siamo sommersi dai debiti, con poche possibilità di ricominciare», ha aggiunto Maria Grazia Dessì, segretario del Cna, che rappresenta il mondo dell'artigianato e le piccole e medie imprese.
IL DIBATTITO In Consiglio provinciale sono tutti d'accordo sul fatto che si sia toccato il fondo: «Si tratta di dati preoccupanti, per quello che ci dicono in termini di povertà, e per quanto ci allontanano dalla ripresa», ha spiegato il presidente della Giunta Angela Quaquero, dopo la presentazione dei dati dell'Osservatorio fatta dall'assessore alle Politiche del lavoro Lorena Cordeddu e dal presidente del Consiglio Roberto Pili. Le possibili contromisure al disastro? «Turismo, zona franca, valorizzazione di Molentargius».
Michele Ruffi