LA DENUNCIA»VIA BIASI
Secondo l’ex assessore all’Urbanistica Giampaolo Marchi il parcheggio aperto al pubblico è stato chiuso illegalmente
CAGLIARI
I parcheggi di uso pubblico di via Biasi sono diventati privati: a deciderlo, con un’azione che sarebbe arbitraria e fuori dalla legge, è stato il capo compartimento dell’Anas, Oriele Fagioli. I soli ad avere accesso libero all’area di sosta in superficie e al garage seminterrato integrato nella sede dell’Anas sono i dipendenti dell’azienda di stato. A sostenerlo in un esposto-denuncia presentato ieri mattina agli uffici della Procura della Repubblica è Giampaolo Marchi, ex docente di estimo a ingegneria e già assessore comunale all’urbanistica con le giunte Floris. Marchi ha prima chiesto spiegazioni al Comune, depositando all’ufficio sorveglianza edilizia un esposto dettagliato su quanto è accaduto in via Biasi. Dove ha scritto che «l’Anas tiene chiusi e non accessibili al pubblico i parcheggi d’uso pubblico». Una decisione che secondo Marchi sarebbe illegale e comunque non autorizzata dagli uffici comunali. Non solo: secondo l’esposto firmato dall’ex assessore l’Anas avrebbe anche «modificato non già la destinazione d’uso ma l’uso delle abitazioni del custode e del capo compartimento, adibendole ad uffici, con un maggior carico insoddisfatto degli standard di parcheggi ad uso pubblico». Fuori dal linguaggio tecnico, si tratterebbe di un abuso edilizio. Un abuso grave perché commesso - se le cose stanno come sostiene Marchi - da un ente pubblico. Ora l’iniziativa legale dell’ex professore farà il suo corso, l’esposto-denuncia andrà all’esame di uno dei sostituti procuratori del pool reati ambientali e urbanistici, con ogni probabilità Marchi sarà sentito perché possa argomentare al di là dei documenti tecnici quanto ha denunciato. Di certo la sua segnalazione non passerà inosservata perché Marchi si occupa da sempre di questioni urbanistiche sia nel ruolo di assessore comunale che in quello di docente e di consulente tecnico in numerosi processi penali: «Non credo che si possa accettare una decisione del genere, assunta dall’Anas senza alcun beneficio per gli abitanti di via Biasi e del quartiere - ha spiegato Marchi – quei parcheggi erano destinati all’uso pubblico ed erano necessari per chiunque abiti da quelle parti. Da qualche tempo l’accesso è negato a tutti tranne che ai dirigenti e ai dipendenti dell’Anas, solo loro sono in possesso del badge indispensabile per aprire il carcello d’ingresso. Si tratta di decine di posti auto - avverte ancora l’ex assessore comunale all’urbanistica - sottratti all’uso dei residenti». Nell’esposto, l’ex docente ha spiegato che al momento in cui venne rilasciata la concessione edilizia per la costruzione del palazzo dell’Anas - l’impresa era quella di Bruno Cadeddu - esisteva l’obbligo di realizzare «0,50 metri quadrati di parcheggi per ogni metro quadrato di superficie lorda pavimentata destinata a uffici». Una prescrizione riferita anche alla legge Tognoli, rivolta a garantire spazi di sosta alternativi a quelli stradali. In sostanza quei parcheggi, sia in superficie che interrati, dovevano essere lasciati liberi perché chiunque potesse accedervi. Invece sono diventati una specie di riserva privata a vantaggio dell’Anas, per ragioni che dovranno essere chiarite e senza che il comune abbia mai pensato di intervenire. E pensare che a pochi metri di distaza dall’edificio dell’Anas si trova la sede del Corpo Forestale. Forse per indagare basterà fare due passi a piedi. (m.l)