di
Jacopo Norfo
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Martedì 13 Novembre 2012 | 02:40
Cagliari è la città dei grandi spazi. Sì, ma vuoti. In una politica comunale che sembra aver deciso di puntare tutto sullo zero a zero. Si combatte per difendere a volte piccolissimi fazzoletti di città, come avvenne giustamente nel caso della palazzina di via Milano. Ma poi ci si dimentica anche solo di rivendicare spazi strategici e immensi come le ex servitù militari di Calamosca e Monte Urpinu. Si annuncia lo svuotamento del carcere di Buoncammino per la prossima estate, ma intorno al viale non c'è neppure lo straccio di un'idea su come riutilizzarlo. Il Comune sui progetti importanti davvero idee non ne ha, tanto che quando ce n'è stato bisogno- come nel caso dello stadio Sant'Elia, altro grande Spazio Vuoto- indice un concorso di idee. L'opposizione di centrodestra come unica alternativa ha quella di riempire quei vuoti di cemento per fare felici un po' di costruttori. Vuoto è l'anfiteatro, senza spettacoli, senza visite guidate e senza almeno un po' di quella triste legnaia made in Delogu. Vuoto è palazzo Aymerich, ricoperto però di macerie e di topi che ballano nell'indifferenza generale ma non di tutti, perchè c'è chi ci sta progettando sopra un palazzone. La Cagliari degli Spazi Vuoti: si sta per liberare anche l'enorme complesso ospedaliero del San Giovanni di Dioi, ma anche l'ottima proposta di Fabrizio Rodin di destinarla a sede delle associazioni di volontariato e della Caritas sembra caduta nel vuoto. La verità è che la politica a Cagliari si è fermata il giorno della nomina di Marcella Crivellenti al teatro Lirico. Cristallizzata. Implosa. Il Pd ha mostrato i muscoli, Zedda si è difeso con le unghie e coi denti, sono andati in scena gli scontri e adesso, da quasi un mese, un silenzio che fa ancora più rumore. Spazi vuoti anche e soprattutto nelle decisioni strategiche per la città: gli unici segni di vita sono stati l'annuncio del censimento delle barriere architettoniche a San Benedetto e l'inaugurazione della contestata collezione dei Dormienti ai Giardini Pubblici, che piace a certa sinistra ma non era sicuramente una priorità per Cagliari. Dormiente è infatti anche la politica, nel mese del nulla. Viene smantellata l'arena spettacoli di Sant'Elia, e chi sognava per l'inverno un nuovo teatro Tenda come ai tempi di Ruggeri e Baccini è rimasto deluso. Lo stadio resta un ecomostro ormai al pari dell'ospedale Marino, ma l'unico progetto per riempire gli Spazi Vuoti sembra riguardare non richieste beauty farm. Come se tutti quelli che hanno le rughe in Europa avessero deciso di venire a rifarsi il trucco a Cagliari.
A volte la macchina del Comune si ferma anche perchè i dirigenti sono lenti, ma alla fine la gente vorrebbe le risposte. Vorrebbe il cambiamento. Vorrebbe riappropriarsi di quegli enormi spazi negati da sempre, ai quali intere generazioni hanno rinunciato, come Buoncammino o Calamosca. Vorrebbe sapere quando mai apriranno i parcheggi del parco della musica e di San Benedetto, sbandierati come un'eterna promessa non mantenuta. Nel frattempo le strade sono sempre più pericolose, i tre incidenti in sole 24 ore testimoniati dalle nostre foto lo dimostrano. Il commercio boccheggia mentre la Regione decide di mantenere i saldi a gennaio, dunque chi avrà qualche spicciolo per i regali di Natale dovrà pagarli a prezzo pieno anche nell'anno della prima crisi globale. E il Comune sta fermo mentre i negozi chiudono uno dopo l'altro, strade storiche della città come via Dante diventano il paradiso degli "affittasi". Via Roma è malinconicamente buia, nessuno mette in vetrina i nostri prodotti tipici, novembre è come un mese che non esiste. Non c'è un piano per sistemare le piazze abbandonate, e intanto crescono gli episodi di criminalità in una città che si scopre meno sicura. La parola d'ordine è immobilismo: si gioca per pareggiare, per non muovere palla. Nelle commissioni in Comune i testimoni raccontano che i consiglieri passano il tempo a sfogliare i giornali, non si prendono decisioni. Gli ordini del giorno del consiglio comunale sembrano forzati e rimangono puntualmente lettera morta. Una politica lumaca, quella dei piccoli passi, del piano del Poetto approvato l'ultimo giorno utile come fosse appiccicato con la colla, senza alcuna decisione attuale sui baretti. Ben venga la Consulta degli stranieri, ma è sulle scelte che riguardano i cagliaritani che non si muove foglia: dove è finito il piano particolareggiato per il centro storico? Quando verrà approvato il bando del nuovo bike sharing? E le colonnine delle auto elettriche? La città vuole idee che riempiano gli Spazi Vuoti, a nessuno interessa realmente il dibattito sulle primarie del centrosinistra, perchè qui c'è gente disperata che sta per decidere di non votare mai più. Il silenzio è sempre qualcosa di preoccupante: come quello sulla bomba ecologica a due passi dalle Zunk Towers, idrocarburi a cielo aperto che inquinano Santa Gilla accanto ai palazzoni. Spazi Vuoti, ma riempiti di inquinamento. Silenzio. Prudenza. Zitti zitti, lasciamo tutto com'è. Zedda deve scacciare in fretta la sindrome di Emilio Floris, dimostrare di avere davvero idee innovative per Cagliari e una maggioranza che pienamente lo sostenga.